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Caso Cucchi, Di Maio attacca Salvini: «Si scusi». E Bugani: «I picchiatori infangano la divisa»

15 Novembre 2019 - 15:56 Alessandro Parodi
«Salvini, non puoi dire che la sentenza su Cucchi dimostra che la droga fa male. Cosa significa? - ha detto Di Maio - Che se uno sbaglia nella vita deve essere pestato a morte?»

Un Luigi Di Maio contro tutti in diretta Facebook dalla sua pagina personale. Anche se il colpo più duro lo riserva a Matteo Salvini. Argomentando sulla sentenza di condanna di due carabinieri per la morte di Stefano Cucchi, il ministro degli Esteri è andato all’attacco dell’ex vicepremier leghista per le sue parole di ieri: «Salvini, non puoi dire che la sentenza su Cucchi dimostra che la droga fa male. Cosa significa? Che se uno sbaglia nella vita deve essere pestato a morte? Credo che sarebbe meglio porgere le scuse». Secondo il capo politico del M5S, però, sempre in merito al caso Cucchi, «nessuno» deve provare «a criminalizzare i carabinieri: questa sentenza dimostra che lo Stato è in grado di processare se stesso ed espellere chi sbaglia». A stretto giro, le parole del capo politico del Movimento 5 Stelle sono riprese nella sostanza anche leader dei grillini in Emilia Romagna (consigliere comunale a Bologna e capo staff di Virginia Raggi), Massimo Bugani: «La droga fa male è vero ma è evidente che fa molto più male incontrare picchiatori che infangano la divisa che portano e che danneggiano i loro colleghi bravi e coscienziosi. La droga fa male vero ma fa molto più male vedere che ci sono politici e personaggi che con frasi prive di senso finiscono per giustificare la violenza».

https://www.facebook.com/MaxBugani/posts/2480164878685385

Contro Italia Viva sul carcere ai grandi evasori

Nel mirino di Di Maio anche Italia Viva, rea di aver presentato «un emendamento per togliere il carcere per i grandi evasori». Il ministro si augura che «sia solo una provocazione», perché, per il M5S «è un punto fondamentale del programma». Proprio quest’oggi il Movimento 5 Stelle, con un post sul Blog delle Stelle, aveva ribadito la sua posizione sul tema, «veri nemici di artigiani, commercianti, negozianti, professionisti italiani». Nel post sul blog si leggeva ancora: «Abbiamo visto che i contribuenti con cartelle sopra i 500.000 mila euro producono il 67,9% dell’evasione accertata e che se contiamo gli evasori a partire dai 100.000 euro l’evaso accertato arriva addirittura all’83% del totale. Ma chi sono e come si comportano i grandi evasori italiani? Ricordiamo qui qualche caso celebre, o famigerato».

Le tensioni su Ilva

A proposito della vicenda ArcelorMittal il leader pentastellato torna sul tema dello scudo penale: «Non c’entra nulla lo scudo, c’entra il fatto che qui qualcuno vuole fare il furbo». Per Di Maio il M5S non può accettare «che dall’oggi al domani se ne vanno, non posso accettare la campagna stampa contro i 5 Stelle sullo scudo. Quando un imprenditore si impegna su un progetto, se gli vanno male le cose, lo Stato non lo salva, il problema è suo». Ma il capo politico si toglie qualche sassolino dalla scarpa anche nei confronti degli avversari interni. «Il Movimento non diventerà mai un partito», dice senza mezzi termini. E chi vuole che si trasformi «non ha che da scegliere uno dei tanti partiti che ci sono, ne nasce uno ogni giorno, oggi quello di Calenda». Per Di Maio «è con gli attivisti che dobbiamo rilanciare», il M5S e non «nei palazzi, dove si parla un politichese insopportabile».

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