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L’Italia di Mancini è dominante in Bosnia: 0-3, il pubblico di casa applaude gli Azzurri

15 Novembre 2019 - 22:40 Daniele Miceli
A segno Acerbi, Insigne e Belotti. La squadra di Mancini vola

Decima vittoria consecutiva, 9 su 9 nel percorso di qualificazione agli Europei, 3 gol (senza subirne) a casa della Bosnia. L’Italia di Mancini fa un sol boccone di Dzeko, Pjanic e compagni a Zenica, dove il pubblico di casa è tanto chiassoso all’inizio, quanto sportivo a gara in corso nel sottolineare con applausi scroscianti il dominio italiano sul terreno di gioco. Vanno a nozze tutti i reparti. La difesa apre le marcature con un gol da attaccante di Acerbi (21′). Il centrocampo partorisce due assist con Barella. Il primo per Acerbi, l’ultimo per Belotti, splendido il gol del Gallo nella ripresa per lo 0-3 (53′). In mezzo alle due reti c’è la supergiocata di Bernardeschi per il gol di rapina di Lorenzo Insigne (37′). Agli Europei andremo da testa di serie. E con pieno merito.

Palleggio e autorevolezza

Ci sono almeno un paio di notizie che incoraggiano all’ottimismo più che moderato, al di là dell’artimetica qualificazione già ottenuta con tre turni di anticipo. L’Italia di Mancini è concentrata e ‘cattiva’ anche quando il bottino in palio non è di primissimo ordine; un fattore che allena a vincere. L’altro segnale di crescita arriva dal possesso palla, che non è sempre sinonimo di vittoria, ma di fiducia e autostima sì. E palleggiare anche oltre il 60% a casa della Bosnia è una novità assoluta rispetto al recente (e anche meno recente) passato.

Mancini è un toccasana per molti

L’Italia di Mancini, che nei rarissimi colpi dei rivali trova un Donnarumma strepitoso (e animato dalla rivalità con Meret e Sirigu, mentre c’è anche l’esordio di Gollini), è un toccasana anche per chi stenta nei club. E’ il caso di Bernardeschi e Insigne: entrambi giocano in un ruolo diverso in Nazionale, entrambi sembrano tirati a lucido sotto la gestione del Mancio. Bernardeschi, che alla Juve fa il trequartista, è un pericolo costante per la Bosnia, nonché assistman per lo 0-2 di Insigne. Un altro che con Mancini ritrova sorriso e gol.

Tonali in rampa. Ma in attacco?

Bene tutta l’Italia, anche senza Verratti perché, con Jorginho intoccabile in regia, si assiste alla crescita europea di Tonali. Pure lui agisce diversamente rispetto a quanto fa nel Brescia: con l’Italia è mezzala, a volte il primo difendente ‘alto’ sul primo portatore avversario. E la promozione a fine partita è piena. Come lo è per Acerbi, che fa il bomber quando apre la contesa con un dribblig e tiro a giro degno di un 9, e per Belotti: strepitoso il suo 0-3 a inizio ripresa col popolo bosniaco ad applaudire con grande sportività. Basterà questo per un grande Europeo? Forse sì. Certo, al di là di Immobile, non farebbe male un’altra freccia offensiva, magari fisicamente pesante per alternare le modalità di attacco. Cutrone e Kean restano, al momento, inespressi in Inghilterra. Sperando crescano, l’Italia va. E viaggia nell’ultima decade di partite con tre gol di media a match. E così è una meraviglia.

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