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A Venezia arrivano gli “angeli dell’acqua alta”: un esercito di 500 volontari

15 Novembre 2019 - 15:18 Fabio Giuffrida
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E c'è un gruppo Telegram che serve a fissare gli appuntamenti, coordinare le operazioni e indicare gli indirizzi dei luoghi in città dove serve una mano

«Esco di casa e cerco di arrivare, ho gli stivali alle ginocchia ma dovrei farcela», «Siamo un gruppo di scout, a chi possiamo fare riferimento?» e ancora «Chi può venire ad aiutare? Siamo alla scuola materna»: questi sono alcuni dei messaggi arrivati sul gruppo Telegram dei Venice Calls, associazione nata nel maggio 2018 dalla volontà di un gruppo di ragazzi veneziani.

Oltre 1600 gli iscritti, coordinati da un gruppo di giovani che, senza farsi prendere dallo sconforto, si sono messi all’opera fin da subito per aiutare i veneziani a ricominciare, a ripulire e a riparare tutti i danni causati dal maltempo che ha messo in ginocchio Venezia.

Un gruppo Telegram che serve a fissare gli appuntamenti, coordinare le operazioni, indicare gli indirizzi dei luoghi in città dove serve una mano per prosciugare primi piani allagati, spostare masserizie, raccogliere e inviare al riciclo i rifiuti creati dalla mareggiata.

Sono il simbolo di un’Italia che, nonostante tutto, non si arrende e passa dalle parole ai fatti.

«Siamo circa 500 volontari, aiutiamo la gente a smaltire i rifiuti in decomposizione, a togliere l’acqua dai locali come nel caso della libreria Acqua Alta (di cui Open ha pubblicato le immagini, ndr)» ci ha spiegato Piero Risica, 25 anni, portavoce dei Venice Calls, che già alle 8.30 del mattino di oggi, 15 novembre, era all’opera, pronto a coordinare la sua squadra.

«Scusate, mi sta entrando l’acqua negli stivali», sentiamo dall’altro capo del telefono. È Piero che, mentre ci racconta delle attività sul territorio, non si perde d’animo e non si ferma un attimo. «Stiamo facendo il possibile per rialzarci» promette a Open.

Foto: Venice Calls | Facebook

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