Nell’ultima inchiesta di Report, la mazzata per la Difesa: 3 immobili su 4 devono pagare Ici e Imu
La sentenza di cui si parla riguarda solo il piccolo comune di Fontana Liri, in provincia di Frosinone. Ma – potenzialmente – potrebbe avere un effetto destabilizzante sui conti, già mal messi, del ministero della Difesa. Già, perché 21mila immobili del Demanio sono affidati al ministero che gestisce le Forze armate. E di questi, la stragrande maggioranza – circa 16mila – è usata per cose che con la sicurezza del Paese non c’entrano nulla: alloggi, per i dipendenti e non solo, su cui il ministero rischia in futuro di dover pagare Imu e Ici (per gli anni precedenti alla sua abolizione).
La Cassazione, infatti, rivela l’ultima inchiesta di Report in onda lunedì sera su Rai3, ha dato ragione alla piccola città laziale che aveva fatto ricorso contro il ministero della Difesa che rifiutava di pagare Imu e Ici sugli immobili esterni alle caserme.
Secondo il ministero della Difesa, quegli immobili avevano un impiego istituzionale ed erano dunque esenti dal pagamento delle tasse comunali, così come accade per le caserme.
Il comune di Fontana Liri e, dopo di lui, la Commissione tributaria che si era pronunciata in suo favore, non erano (e non sono) d’accordo.
Come si legge nella sentenza della Cassazione che ha messo la parola fine sulla diatriba, la commissione tributaria aveva detto con chiarezza che gli immobili di cui si parla hanno ben poco a che fare con le competenze dei militari: «Non sono affatto posti al diretto e funzionale servizio dello stabilimento stesso (dunque delle caserme ndr), inoltre, sono locati a personale dipendente, a eredi di ex dipendenti, a soggetti privati, e non realizzano perciò un fine istituzionale», era la principale argomentazione.
I giudici supremi ribadiscono il principio e vale la pena di leggere il perché, per quanto espresso in “giuridichese”: «Gli atti di concessione degli alloggi di servizio a soggetti terzi non sono documenti idonei a comprovare la realizzazione, in via diretta e immediata, di compiti istituzionali dell’ente, ipotesi che non si configura quando il bene venga utilizzato per attività di carattere privato, come avviene, in linea di massima, in tutti i casi in cui il godimento del bene stesso sia concesso a terzi verso il pagamento di un canone non discende un inscindibile collegamento funzionale con le attività istituzionali connesse con la difesa dello Stato, vuoi perché si tratta nella specie di alloggi che, anche se di proprietà dell’ente, sono posti all’esterno degli edifici e degli impianti militari (lo Stabilimento Militare Propellenti di Fontana Liri), vuoi perché si tratta di alloggi utilizzati per ricavarne una utilità economica».
Insomma, l’estrema sintesi è chiara: non basta che un immobile sia «in uso alla Difesa» per esentarlo da tutte le tasse.
Per i Comuni italiani sarebbe una buona notizia, ma per i conti dello Stato un po’ meno: 3 immobili concessi dal Demanio su 4 sono nelle stesse condizioni di quelle per cui chiede un rimborso Fontana Liri.
Il sindaco di Fontana Liri, però, ha raccontato a Report che l’allora ministro Elisabetta Trenta, quando l’ha ricevuto, ha candidamente ammesso di non avere i soldi a bilancio per saldare il debito. Lui è certo di vincere la battaglia, ma per gli altri 16mila immobili si rischia di dover aspettare ancora un po’.
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