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Sentenza Cucchi, «Ilaria ha difeso il fratello per avere successo e soldi»: il post (poi sparito) del consigliere regionale del Lazio Palozzi

16 Novembre 2019 - 19:00 Redazione
«Non parliamo di un bravo ragazzo bensì di un Tossico e pure abbastanza spocchioso! La sorella finalmente è soddisfatta e si lancia in una nuova e brillante carriera politica o nello spettacolo (insomma cerca un modo per guadagnare)»

Adriano Palozzi, già vicepresidente del consiglio regionale del Lazio (sospeso a fine 2018 per essere finito ai domiciliari per l’inchiesta sullo stadio della Roma, oggi rientrato in consiglio come consigliere), ha scritto un post dal titolo «Io non sto con Ilaria Cucchi», e lo ha pubblicato sul suo profilo personale di Facebook.

Il commento arriva all’indomani della sentenza che ha condannato a 12 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale i carabinieri artefici del pestaggio ai danni di Stefano Cucchi.

L’ex forzista, ora passato al gruppo misto guidato da Giovanni Toti, scrive di avercela con la sorella del geometra romano: secondo lui, l’unica ragione per cui Ilaria Cucchi ha portato avanti una battaglia lunga dieci anni è stato, in sostanza, per farsi pubblicità.

«La sorella finalmente è soddisfatta e si lancia in una nuova e brillante carriera politica o nello spettacolo (insomma cerca un modo per guadagnare)», scrive.

Palozzi affonda il colpo e mette in discussione la sentenza di primo grado emessa dai giudici : «Stefano Cucchi sarà anche stato maltrattato e per questo ci sono state delle condanne (giuste? Bah)!».

Quest’ultimo commento tra parentesi è stato poi cancellato dal post in un secondo momento, post che intorno alle 19.10 è stato totalmente rimosso da Facebook dopo circa due ore di vita.

Palozzi parla poi del ragazzo, morto nel 2009, dopo sei giorni di agonia, come di un «tossico preso con 20 grammi di hashish e con alcune dosi di cocaina destinate evidentemente allo spaccio».

Infine, la conclusione, che lascia poco spazio all’immaginazione e ai sottotesti: «Per carità nessuno può morire e deve morire di botte ma neanche può passare per vittima o per eroe lui o tanto meno la sorella che sta sfruttando il fratello tossico per il proprio successo!».

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