Venezia, allerta alta marea per domenica: previsto un picco di 160 cm
Torna l’acqua alta a Venezia con una massima annunciata di 160centimetri per le 12.30 di domani, domenica 17 novembre. A renderlo noto il Centro maree del Comune che segnala per le 3.00 di questa notte una marea di 130 centimetri. Da lunedì si passerà a una massima di 105 centimetri nella notte per poi veder scemare il fenomeno.
Oggi alle 11.55 il picco della giornata, di 110 cm (inizialmente le previsioni parlavano di 120 cm). L’acqua alta ha toccato poco dopo la mezzanotte sul medio mare il picco di 115 cm. Un fenomeno classificato come molto sostenuto (codice arancio), e non eccezionale, come i picchi degli ultimi tre giorni. L’allagamento ha interessato soprattutto le aree più basse della città, come San Marco – che inizia ad allagarsi sopra agli 80 cm.
Il maltempo
Una nota della Protezione civile spiega in mattinata che la regione Veneto ha declassato per oggi, sabato 16 novembre, il livello di allerta per rischio idraulico da rossa ad arancione.
Permane l’allerta arancione sulla Provincia Autonoma di Bolzano, sul settore occidentale del Friuli Venezia Giulia, sul Lazio centro – meridionale, sul versante occidentale dell’Abruzzo, sull’Umbria, su parte del Molise. «Valutata, inoltre, allerta gialla sulla Provincia Autonoma di Trento, sui restanti settori del Veneto, sul versante orientale del Friuli Venezia Giulia, su Emilia-Romagna, Toscana, Marche, sui restanti territori di Lazio, Abruzzo e Molise, sulla Campania nord-occidentale, sul settore sud-orientale della Calabria e sulla Sicilia nord-orientale».
I turisti
Proprio piazza San Marco è di nuovo invasa dai turisti, nonostante in città non si siano ancora attenuati gli effetti delle due storiche ondate di acqua alta, i 187 centimetri di martedì notte e i 154 di ieri. A causa delle previsioni di acqua alta eccezionale diramate per la mattinata di domani, nella basilica cattedrale di San Marco a Venezia saranno celebrate le Messe domenicali delle ore 7, 8, 9 e 18.45 mentre saranno sospese quelle fissate alle ore 10.30 e alle 12, spiega il Patriarcato lagunare. Anche in altre chiese veneziane gli orari delle messe domenicali subiranno variazioni: alcune celebrazioni dovranno essere necessariamente sospese.
Oggi intanto centinaia di cinesi e giapponesi con i telefonini, gruppi organizzati dietro alle guide e turisti da tutto il mondo hanno ripreso possesso della piazza in un via vai che alle 9 di mattina è già così elevato da creare lunghe file sulle passerelle che sono state poste in vista del picco dell’acqua alta previsto per le 12.
Una situazione che comincia a infastidire più di un veneziano, che avrebbe voluto almeno un altro po’ di tempo per sistemare i danni subiti dall’acqua. «Ci voleva una tregua. E ci vorrebbe un po’ di rispetto per quel che è successo», dice Nicolò Sito, dal negozio che in piazzetta San Marco vende bigiotteria di Murano. «Ma sopratutto ci vorrebbe gente migliore. Nessuno più rispetta Venezia, non c’è più educazione, la gente si comporta peggio che a casa loro», si legge sull’Ansa.
Casellati e Lamorgese
«Una volta spenti i riflettori, non bisogna dimenticarsi di Venezia», dice la presidente del Senato Elisabetta Casellati arrivando a Venezia insieme alla ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, per un incontro dopo i danni che l’acqua alta eccezionale ha causato alla città lagunare.
Lamorgese e Casellati sono state accolte dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dal sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. Sono appena arrivate in piazza San Marco, dopo essere state accompagnate al Comando Polizia municipale per un briefing.
«Adesso è il momento del fare e se il Mose, come sembra, serve a qualcosa per evitare i disastri che ci sono stati occorre finirlo e occorrerebbe anche che una volta passata l’emergenza non si spengano le luci su Venezia», dice Casellati. «Abbiamo il dovere il dovere di preservare questo patrimonio dell’Umanità, che fino a oggi è stata in pericolo costante. Ora bisogna mettere in atto tutte quelle misure che possono servire perché non succeda più quello che abbiamo visto». Per Casellati non c’è dubbio che debba essere «rifinanziata la legge speciale per Venezia».
Una manifestazione di protesta è stata inscenata da un piccolo gruppo di persone – una quindicina – stamane in piazzale Roma, alla stazione, all’arrivo della presidente del Senato. La contestazione, pacifica, è finita dopo 5 minuti, senza che fosse necessario l’intervento delle forze dell’ordine. «Vent’anni di Lega, Venezia annega, vent’anni di Lega, basta ipocrisia, andate via», hanno scandito i contestatori, attrezzati con un pala e gli stivali da acqua alta.
I danni
Intanto il sindaco di Venezia fa la conta dei danni. «Siamo attorno al miliardo di euro. Quando tutto si asciugherà, si potranno capire con precisione i danni arrecati dall’acqua salsa alle abitazioni, alle imprese, ai negozi, al patrimonio culturale e artistico», dice in un’intervista a Messaggero e Gazzettino Luigi Brugnaro. Dal governo «ci sarà un primo stanziamento di 20 milioni di euro per gestire l’emergenza e far ripartire la funzionalità della città. Le cabine elettriche, i pontili, i pontoni. E se non dovessero bastare, sia il premier Giuseppe Conte che la ministra Paola De Micheli e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli mi hanno promesso ulteriori stanziamenti».
Sul Mose, «quello che so lo leggo sui giornali. Il Comune è stato totalmente estromesso dalle dighe mobili», dice Brugnaro. «Vogliamo che il Mose sia completato e vogliamo partecipare, sapere, essere informati. Voglio, non dico una data precisa della fine dei lavori, ma almeno un cronoprogramma».
Ma il solo Mose non basta: «È tutto il ‘sistema’ che deve essere completato», dice il sindaco. «Le pompe idrauliche, l’impianto antincendio, lo scavo dei canali. E va rifinanziata la Legge speciale, si deve poter finanziare l’acquisto di beni strumentali per chi lavora in centro storico».
Nell’intervista Brugnaro ringrazia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: «Mi ha chiamato poche ore dopo il disastro, mi ha detto: ‘Sono a sua disposizione’. È un messaggio importantissimo, vuol dire che lo Stato c’è e sa dell’importanza di Venezia».
«Non c’è bisogno di polemiche, di fronte a una situazione del genere devono sparire le differenze politiche e ci deve essere solo l’interesse per Venezia», dice la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese oggi. Venezia «è una città ferita, ci sono state maree per un periodo troppo lungo perché non lascino danni». I 20 milioni «che abbiamo stanziato in Cdm sono solo per i primi interventi di emergenza, poi ci saranno risorse ulteriori nel momento in cui verrà fatta la quantificazione dei danni, a partire dai beni artistici e culturali. Dobbiamo fare di tutto per salvaguardare Venezia con risorse e professionalità adeguate». C’è bisogno di un impegno italiano «ma essendo Venezia un “patrimonio del mondo, occorrono interventi e un’attenzione particolare da parte di tutti» i Paesi.
In copertina piazza San Marco vista da Palazzo Ducale, Venezia, 15 novembre 2019. ANSA/ MATTEO GUIDELLI
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