Gaffe di Salvini e Borgonzoni su ospedali aperti sempre? Non proprio! Ecco spiegata la proposta, ma…
Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, candidata presidente alle Regionali in Emilia-Romagna, non sono a conoscenza che gli ospedali di tutta Italia sono aperti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno? Sembra proprio così se leggiamo il tweet del leader leghista:
BorgonzoniPresidente: Tra i primi provvedimenti ci sarà l’attenzione ai più deboli, gli ospedali saranno aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto.#Paladozza @BorgonzoniPres
Cos’è successo in Veneto? Dobbiamo passare da questo punto e lo spiega, seppur brevemente, il Presidente del Veneto Zaia durante il suo intervento:
Ecco quanto riportato, ad esempio, dal sito Veronasettegiorni.it in un articolo del 28 febbraio 2019 dal titolo «Ospedali aperti di notte in Veneto: “Siamo i primi in Italia”»:
Nel 2018, 87.828 cittadini veneti hanno scelto di usufruire di una prestazione sanitaria negli orari serali e nei giorni prefestivi e festivi. Si tratta dell’offerta, unica in Italia, avviata dalla Regione Veneto e denominata “Ospedali aperti di notte”, che amplia gli orari delle prestazioni negli ospedali. La cifra, inedita, fa da sfondo all’annuncio, dato dal Presidente della Regione Luca Zaia, di “un’evoluzione di questa operazione, con una nuova programmazione, ancora più innovativa e performante, che vareremo entro qualche settimana”.
E ancora:
“Il Veneto – ricorda Zaia – è stata la prima Regione d’Italia a lanciare questa nuova offerta, ed è l’unica a farlo in maniera organica in tutte le sue strutture sanitarie. La gente ha dimostrato di gradire, e ora, siccome in sanità chi sta fermo in realtà arretra e lungi da noi l’idea di stare fermi, abbiamo deciso di fare nuovi passi avanti, apportando miglioramenti e novità a questa strategia. Puntiamo ad andare incontro al cittadino sempre di più anche da punto di vista logistico, oltre che da quello, fondamentale, delle liste d’attesa. Raggiungere un ospedale nei giorni prefestivi e festivi e nelle ore serali è, infatti, molto più comodo, evita perdite di tempo nel percorso e nella ricerca dei parcheggi, agevola le persone che non devono chiedere permessi di lavoro, aiuta le famiglie che possono conciliare i loro impegni quotidiani con la necessità di accompagnare un anziano o un disabile a ricevere una prestazione”. Delle 87.828 prestazioni erogate nel 2018, 48.225 sono state richieste in giorno prefestivo, 25.493 in orario serale, 14.110 in un giorno festivo.
Il tweet dell’account Twitter di Matteo Salvini risulta contestabile da parte dei lettori che lo hanno accusato di non sapere che gli ospedali sono già aperti anche nei giorni festivi e durante la notte. Dal PalaDozza la candidata alla Presidente Borgonzoni aveva spiegato la proposta, come possiamo vedere nella diretta Facebook pubblicata nella pagina di Matteo Salvini, intorno al minuto 1:13:00 cita l’esempio veneto e i problemi relativi alle lunghe liste d’attesa per ottenere un servizio che può essere ottenuto, a pagamento, negli stessi ospedali.
La carenza medici in Veneto
Non è una novità e la Regione ne è consapevole. In un comunicato stampa del 14 ottobre 2019 leggiamo del bando per il reclutamento di giovani medici laureati da inserire negli ospedali con un contratto autonomo, anche se non ancora specializzati, ma soprattutto del dato relativo alle carenze. A parlarne è lo stesso Zaia:
“L’adesione è stata importante – commenta Zaia – il che dimostra quanta voglia di lavorare e di mettersi alla prova ci sia tra i nostri giovani medici, imprigionati nell’assurdità nazionale delle borse di specialità in numero largamente inferiore ai laureati in medicina, elemento questo tra i più determinanti per la ormai emergenziale carenza di medici in tutta Italia (53.000) e in Veneto (almeno 1.300).
Lo stesso presidente della Regione Veneto si era lamentato per le critiche ricevute proprio da chi diceva “non ci sono medici”:
In Veneto sono 1300 i posti scoperti. E in tanti puntano il dito verso le politiche varate in Laguna. Ma Zaia rispedisce tutto al mittente: «Ho voluto io che si rendessero noti i numeri dei medici presenti in tutti i territori delle Usl venete – precisa – ed è bene che si capisca una cosa: quello che magari qualcuno va dicendo ai pazienti, ovvero non ci sono medici perché la Regione non assume, non è vero. Ci sono migliaia di posti vacanti e non riusciamo a coprirli perché o ai concorsi non si presentano candidati sufficiente, oppure perché chi vince e se ne va da un’altra parte»
Chi critica l’apertura notturna e nel fine settimana alle visite specialistiche da parte della Regione Veneto punta il dito proprio sulla mancanza del personale che possa coprire le necessità:
Questa “rivoluzione” avverrebbe per conseguire un abbreviamento delle liste d’attesa per tutti. Secondo rilievi della Regione Veneto, quasi 88mila persone si sono recate in Ospedale in giorno prefestivo, festivo o in orario serale; con questa decisione la Regione vorrebbe dare risposta a questi Utenti per ridurre le liste di attesa. Secondo il CoAS Medici a pagarne il prezzo sarebbero ancora una volta i medici ospedalieri, il cui numero – ricordiamo – è in costante e rapido declino.
La situazione in Emilia-Romagna
Il 15 maggio 2019 è stato pubblicato il rapporto “Osservatorio sui tempi di attesa e sui costi delle prestazioni sanitarie nei sistemi sanitari regionali” leggiamo che la regione che eccelle è proprio l’Emilia-Romagna: una media di 30 giorni di attesa rispetto a quelli dei 110 giorni della Regione Marche. Il Veneto? Dopo l’Emilia-Romagna.
Ecco quanto riportato dal comunicato di Fp Cgil che spiega il perché di tale risultato:
Altro aspetto non trascurabile, secondo la Fp Cgil è quello delle “forti disparità regionali, in termini di equità e di carenze organizzative, con il dato di eccellenza di regioni come l’Emilia Romagna, un esempio di ‘best practice’ che dimostra come sia in effetti possibile migliorare, in un tempo relativamente breve, le performance. Non è un caso – aggiunge – che l’Emilia Romagna nell’ultimo biennio abbia investito sul personale (con oltre 5mila assunzioni, di cui 1.450 precari stabilizzati) e sui sistemi di controllo informatizzati, strumento fondamentale per un governo pubblico e trasparente dei flussi di accesso alle prestazioni sanitarie. Quello delle liste di attesa rimane ad oggi un problema che si colloca in cima alla lista delle ragioni di insoddisfazione dei cittadini verso il servizio sanitario. Il caso dell’Emilia Romagna, per altro, emerge anche per il forte investimento nella qualità delle relazioni negoziali con il Sindacato su questi temi e gli esiti di questo processo ne sono il frutto”, conclude la Fp Cgil.
I dati pubblici e consultabili online
La Regione Emilia-Romagna ha predisposto anche un servizio chiamato Tdaer (Tempi di attesa in Emilia-Romagna) consultabile online dove è possibile vedere anche lo stato dei tempi di attesa dal 2015 ad oggi. Ecco l’esempio che riguarda le visite cardiologiche, ma sul sito potete consultare ogni tipologia ottenendo i diversi tempi di attesa anche per provincia:
Nuovo piano nazionale liste attesa
Sul sito del Ministero della Sanità troviamo un comunicato pubblicato il 21 febbraio 2019 dal titolo “Piano nazionale di governo delle liste di attesa per il triennio 2019-2021”. A pagina 8 del piano leggiamo:
LINEE DI INTERVENTO CHE LE REGIONI GARANTISCONO PER IL GOVERNO DELLE LISTE DI ATTESA NEI PIANI REGIONALI
Entro 60 giorni dalla stipula dell’Intesa, le Regioni e le Province Autonome provvedono a recepire la presente Intesa e adottano il loro Piano Regionale di Governo delle Liste di Attesa (PRGLA) che deve riportare chiaramente e garantire:
1- […]
2- la possibilità per le ASL e le Aziende Ospedaliere (AO) di assicurare ordinariamente le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, per l’utenza esterna attraverso l’apertura delle strutture anche nelle ore serali e durante il fine settimana sia nell’ambito dell’attività istituzionale che attraverso le prestazioni aggiuntive di cui all’articolo 55 comma 2 lett. d del CCNL 08/06/2000 dell’area della dirigenza medica, veterinaria e dell’area della dirigenza sanitaria (vedi sopra riportato punto L).
Conclusioni
Il tweet dell’account di Matteo Salvini espone la proposta della candidata Presidente a comprensibili critiche, trascurando quelle informazioni che invece sono state date sul palco del PalaDozza. Una mezza gaffe.
La candidata Presidente parla di problemi legati ai tempi di attesa, ma la sua stessa Regione risulta essere tra le migliori e in una posizione migliore rispetto a quella veneta.
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