“The Drinker” di Banksy va all’asta ma il “terrorista d’arte” che l’aveva rubata (e a cui era stata rubata a sua volta) ne reclama il possesso
Nuova asta, nuove polemiche. Dopo la vendita record di Devolved Parliament, la casa d’aste di Sotheby’s di Londra sta per mettere all’asta un’altra iconica opera di Banksy, The Drinker.
Una presa in giro nei confronti dei “pensatori” dell’epoca contemporanea, ritratti come bevitori accasciati su se stessi, con i postumi di una notte brava e di caos metropolitano, messa in risalto con il cono del traffico posto sul capo del “pensatore moderno”. La statua venne infatti concepita come caricatura moderna de Le Penseur (Il pensatore, ndr) di Auguste Rodin, ispirata alla Divina Commedia dantesca.
Il furto di “The Drinker”
L’opera, alta più di 2 metri (senza contare l’imponente basamento) apparve originariamente in una piccola piazza al largo di Shaftsbury Avenue a Londra, nel marzo 2004, ma venne rubata dal “terrorista d’arte” Andy Link (noto ai più come AK47) che, dopo il furto, se la mise in giardino.
Link, dopo aver sottratto The Drinker, contattò Banksy per ricevere un “riscatto” (o “ricompensa”, che dir si voglia) di 5000 sterline. Banksy rifiutò, rispondendo ad AK47 che avrebbe potuto bruciare la sua statua anche con una tanica di benzina da 2£.
Il furto dal giardino del “ladro” dell’opera di Banksy
Tuttavia, dopo 3 anni, la statua venne sottratta da ignoti dal giardino di Andy Link, che denunciò il furto alla polizia. I ladri, come beffa, lasciarono nel giardino di AK47 solo il cono segnaletico.
Negli anni successivi non si ebbe più notizia dell’opera, sino al 2008 quando venne creato un certificato di autenticità e venne re-introdotto il cono sul capo del pensatore ebbro. L’opera venne successivamente venduta all’attuale proprietario nel 2014, secondo quanto riferito dagli esperti della casa d’aste di Sotheby’s.
Ancora polemiche sulla proprietà dell’opera all’asta
L’opera rubata da Link e ri-trafugata da ignoti verrà battuta all’asta martedì 19 novembre dalla casa d’aste di Sotheby’s di Londra, partendo da una base di offerta compresa tra i 750mila e il milione di sterline.
E dopo l’annuncio della casa d’aste, il “terrorista d’arte” AK47 è tornato all’attacco, sostenendo che l’opera che verrà messa all’asta è – nonostante tutto – di sua proprietà, essendo stata sottratta dal suo giardino e non avendo ricevuto da Banksy ufficiali comunicazioni per la restituzione dell’opera.
La risposta di Sotheby’s sulla legittimità dell’asta
Ma Sotheby’s ha prontamente risposto alle accuse di Andy Link, sottolineando che la vendita è legittimata dal fatto che sia la polizia inglese sia il registro delle opere d’arte smarrite abbiano dato il nulla osta per la vendita.
Inoltre, nel catalogo della casa d’aste viene fatto intendere che l’opera sia stata “recuperata” dal giardino di Andy Link, e che pertanto, dietro il furto nel giardino di AK47 vi sia proprio la mano dello street artist o di qualche suo collaboratore, riportando così l’opera al legittimo proprietario, ossia Banksy.
Leggi anche:
- Il Natale di Banksy a Betlemme: il presepe della natività sotto un colpo di mortaio
- Banksy a Notting Hill: torna visibile il “Pittore di Graffiti”, mantenuto dopo la ristrutturazione del palazzo
- “Gross Domestic Product”, al via le vendite online delle opere ufficiali di Banksy
- Banksy si autoinvita alla Biennale: i vigili lo cacciano per abusivismo – Il video
- Il regalo di Banksy: un babbo natale senzatetto sul muro di Birmingham – Il video
- Nasi rossi sulle renne bianche. Vandalizzato il murales di Natale disegnato da Banksy
- Banksy, va all’asta (di beneficenza) la lastra di plexiglas usata per coprire le renne dipinte a Birmingham
- Banksy fa esplodere Cupido per San Valentino, l’ultimo murales apparso a Bristol