Giacomo Redaelli, il 16enne “fotografo dell’anno”: «Allo smartphone preferisco la mia Nikon, ai social la natura» – L’intervista
Cinque uccellini con il becco aperto seduti fianco a fianco su un ramo, sembrano cantare, invece sono in attesa di essere imboccati dalla loro mamma. Un attimo immortalato da Giacomo Redaelli per caso, nel suo giardino.
Un particolare colto, con una Nikon D500, da chi ha l’età di chi viene spesso definito «drogato di smartphone». Ma Giacomo – 16 anni, studente di liceo Scientifico a Monza – nel fine settimana preferisce fare passeggiate in montagna per «cogliere le bellezze della natura» .
La sua foto, che lui stesso ha chiamato “Sinfonia n.5”, è arrivata prima al mondo. A Ede, in Olanda, Giacomo è stato premiato nell’ambito del concorso Nature Photographer of the Year 2019, arrivando primo nella categoria giovani, in tutto 14mila i partecipanti, unico finalista italiano. «Ho partecipato per caso, non me lo aspettavo di vincere, è stato molto emozionante», racconta a Open
Quando è nata la passione per la fotografia?
«A dire il vero, solo un anno fa. È venuta a me e a mio fratello gemello Tommaso, guardando il film Un anno da leoni. Ho cominciato sperimentando con la macchina fotografica di mia mamma, e poi per Natale me ne hanno regalata una tutta mia con un obiettivo migliore».
Invece come sei riuscito a scattare quella foto?
«Per caso, ero tornato da un torneo di tennis e stavamo per metterci a tavola quando mi ha chiamato mio fratello per dirmi che c’era questo via vai dal nido. Sono sceso prendendo al volo la macchina fotografica e ho fatto degli scatti a raffica. Poi, quando li ho riguardati questa foto mi è piaciuta subito, l’ho chiamata “Sinfonia n.5” perché gli uccellini sembrano cantare. Quando ho saputo del concorso ho raccolto un po’ di foto che mi piacevano, tra cui questa».
Cosa ti ha spinto a candidarti?
«Ho scoperto l’esistenza del concorso su Instagram, anche questo per caso, ho partecipato perché era gratis e ho pensato “perché no”, ma non me lo aspettavo di essere selezionato. Invece, il 25 ottobre mi hanno fatto sapere che ero stato selezionato, poi che ero tra i cinque finalisti e, solo durante la premiazione, ho scoperto di aver vinto. È stata una grandissima emozione».
Sei un 16enne atipico, preferisci la macchina fotografica allo smartphone, Instagram a TikTok, e usi i social solo per condividere foto
«Sì lo so, non è così comune questa passione tra i ragazzi della mia età, ma io dopo una settimana tra scuola, palestra e tennis (livello agonistico ndr.), nel fine settimana preferisco fare una passeggiata nella natura per esercitarmi con la fotografia».
Come ti vedi da grande?
«Fotografo naturalista. Mi piacerebbe andare in Africa o in Antartide. Mi piace fotografare gli animali. Ma bisogna studiare molto. A volte è questione di fortuna come nel caso della fotografia con cui ho vinto, altre volte bisogna studiare i comportamenti degli animali per riuscire a cogliere l’attimo».
Che ruolo hanno i social in questa tua passione? Instagram è un “nemico”, perché permette a chiunque di improvvisarsi fotografo, o un alleato?
«Instagram può essere un buon trampolino di lancio perché permette di farsi conoscere all’inizio. Ma da solo non è sufficiente e soprattutto postare una foto magari bella non significa “fare fotografia”. Fotografia è studio, esercizio, sperimentazione. Non basta uno smartphone».
Foto copertina: Giacomo Redaelli durante la premiazione Nature Photographer of the Year 2019
Video copertina: La premiazione Nature Photographer of the Year 2019 | Credit: Giacomo Redaelli
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