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Italia forza 9, Armenia spazzata via: Palermo applaude e si diverte

18 Novembre 2019 - 22:33 Daniele Miceli
Doppiette di Immobile e Zaniolo, si sblocca Chiesa. Tre pali e tanta soddisfazione per il Mancio

Nulla quaestio: il pronostico era prevedibile, le misure no, e sminuire l’Italia che ne fa addirittura 9 all’Armenia subendone 1 nell’ultima delle 10 gare di qualificazione all’Europeo (tutte vinte) sarebbe ingeneroso, oltre che fuorviante. Perché l’Armenia non sarà neanche parente alla lontana di una Francia, ma vale più o meno quanto la Grecia e la Bosnia. Di meno, ma non chissà quanto, di quella Svezia che due anni fa ci ha fatto accomodare fuori da Russia 2018. Da allora tutto è bene accetto, soprattutto se la squadra di Mancini prende sul serio anche partite dallo scarso significato di classifica.

Il momentaneo 1-0 di Immobile, Ansa

Doppiette di Immobile e Zaniolo

Nove gol, due di Immobile e Zaniolo, uno per Barella, Romagnoli, Jorginho, Orsolini e Chiesa. Si aggiungano due pali (Immobile e Chiesa) e una traversa (ancora dell’esterno della Fiorentina). La cartina di tornasole di un dominio assoluto, che convince anche per la dinamica dell’espressione. L’Italia sa palleggiare e se aggredita, al netto dei deficit tecnico-tattici dell’Armenia, va in porta con due passaggi. A Palermo gli ospiti cercano la pressione alta, come alta è la difesa. Jorginho e Tonali non vogliono altro, al pari di Immobile (lui sfonda quota 10 gol in azzurro) che apre la vendemmiata italiana. Completata poi da scorrazzamenti plurimi nella devastata difesa rossa. E dalle gemme dei singoli, vedi il tiro a giro di Zaniolo per il momentaneo 5-0.

L’intesa Chiesa-Zaniolo, Ansa

Quante soluzioni

In attesa di squadre più strutturate, ma forte di una mentalità che cresce di partita in partita, l’Italia si scopre faretra ricca di frecce. Chiesa, al di là della sfortuna e del gol del 9-1, il primo in azzurro, è più di una alternativa a Insigne, oltre a essere molto più fisico. Dall’altra parte proprio Zaniolo sa fare tutto. Ma davvero tutto, e per non scontentare nessuno il romanista segna un gol partendo da terzo d’attacco e un altro, nella ripresa, agendo da mezzala. A fine partita segna pure Orsolini e entra Meret, 24esimo deb dell’era Mancini. Sfortunato perché sull’unico errore di Jorginho l’Armenia entra nel tabellino con Babayan.

Un errore sì, ma comanda Jorginho

Una Nazionale che si fa amare e prova a sciogliere gli ultimi dubbi per formare la delegazione per gli Europei. Stasera benissimo DI Lorenzo, che si gioca la fascia e il posto con Florenzi su una corsia in attesa di padroni. E con più giocatori in lotta. Con una puntualizzazione necessaria. Di Lorenzo a destra fa ciò che contro la Bosnia ha fatto Emerson Palmieri a sinistra. Sono le famose ‘larghe scelte’ che rendono gli Azzurri imprevedibili. Palleggio o verticalità, attacco privilegiato su una corsia o un’altra. Con la doppia impostazione Bonucci-Acerbi o, come stasera, con Romagnoli: più marcatore, e addirittura bomber. Senza Verratti, ancora fuori. Ma con Jorginho che, al di là del perfezionismo dagli undici metri, è l’unico vero insostituibile di una Nazionale che piace. E vince. Lo sognavamo da tempo dopo troppi incubi.

Foto di copertina Ansa

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