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Governo sulla graticola per il Mes: cos’è il Fondo salva stati e perché se ne discute proprio ora

19 Novembre 2019 - 19:16 Alessandro Parodi
Da Palazzo Chigi si chiarisce che al Consiglio Ue di dicembre, l'Italia punterà al rinvio della riforma, per la quale serve un ok unanime. Ma intanto il M5S chiede un vertice di maggioranza: «Sul Mes noi non siamo d'accordo»

L’opposizione riparte all’attacco del governo giallorosso questa volta sull’Europa e i suoi organismi: sul tavolo c’è il tema della riforma del Mef, il meccanismo Europeo di Stabilità. Ieri all’attacco dell’esecutivo e del premier Conte erano andati, con una mossa a tenaglia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni.

Un po’ a sorpresa però oggi arriva all’opposizione di centrodestra una sponda dal M5S. Si legge in una nota dei deputati pentastellati della commissione Finanze: «Il Parlamento aveva dato un preciso mandato al Presidente del Consiglio. La discussione sul Mes deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa. Oggi è chiaro, invece, che la riforma del Mes sta andando proprio nella direzione che il Parlamento voleva scongiurare. Chiediamo al Capo Politico di far convocare un vertice di maggioranza, perché sul Mes noi non siamo d’accordo».

Il premier Giuseppe Conte, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, respinge le polemiche al mittente visto che sul tema – si sottolinea – non c’è alcuna emergenza. Del resto – si rimarca – Conte già a giungo ha chiarito al Consiglio Ue che la revisione del Mes va inserita in un pacchetto di riforme. Senza una «logica del pacchetto», quindi, Roma, al Consiglio Ue di dicembre, punterà al rinvio della riforma, per la quale serve un ok unanime.

Queste parole fanno eco a quella della serata di ieri in cui non era mancata una nota caustica nei confronti del leader del Carroccio parlando di notizie «infondate e false diffuse da Salvini». Sempre da Chigi si ricordava che quando il leader leghista era vicepremier il negoziato era «stato discusso in varie riunioni di maggioranza. Il fatto che ne scopra solo adesso l’esistenza è molto grave» perché «denota una imperdonabile trascuratezza per gli affari pubblici».

Il leader della Lega ieri, durante una diretta Facebook, aveva aperto la polemica: «Pare che, nei mesi scorsi, Conte o qualcuno abbia firmato di notte e di nascosto un accordo in Europa per cambiare il Mes, ossia l’autorizzazione a piallare il risparmio degli italiani. Non lo lasceremo passare. Sarebbe alto tradimento, se qualcuno senza interpellare Parlamento avesse trasformato il fondo salva stati in un fondo ammazza stati».

Mentre su Twitter l’hashtag #StopMes era tra i primi post tra i trending topic Giorgia Meloni ha seguito Salvini nella querelle. La leader di Fratelli d’Italia ha cinguettato: «Conte ha dato ok a riforma fondo salva Stati (Mes) senza coinvolgere il parlamento, che entro dicembre sarà chiamato a ratificare questa nuova eurofollia: una super troika onnipotente. FdI farà barricate contro ennesimo tradimento verso il popolo. #Stopmes».

Nel dibattito, pur con la prudenza richiesta dal ruolo, interviene il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, ospite del programma La Bussola su Rainews, che però non risparmia un affondo al leader della Lega: « Il Meccanismo salva Stati è importante e ha dato risultati molto importanti. Mi fa specie che siano le forze che l’hanno contrattato a volerlo ridiscutere, perché la trattativa è stata portata avanti dal ministro Tria. Adesso forse Salvini ci avrà ripensato, ma lascio il dibattito al campo nazionale. Sono sicuro che il governo saprà migliorare la contrattazione che magari è stata fatta e ora non piace più».

Che cos’è il Mes

L’Esm, l’European Stability Mechanism, ribattezzato in italiano Mes, è il meccanismo permanente di stabilizzazione finanziaria d’Europa creato nel 2011 per far fronte agli choc conseguenti alla crisi del debito sovrano nell’Eurozona ed è stato utilizzato nel salvataggio della Grecia.

Derivazione diretta del Trattato Europeo approvato il 23 marzo 2011 e sottoscritto dai Paesi dell’eurozona l’11 luglio 2011, il Mes ha sostituito il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf). Per “stabilizzare” l’eurozona, il Trattato mette a disposizione fondi ai Paesi in difficoltà, ma solo a condizione che sia rispettato un piano di risanamento economico elaborato sulla base di un’analisi di sostenibilità del debito pubblico compiuta, nella versione attuale, dalla Commissione europea insieme al Fondo monetario internazionale e alla Banca centrale europea.

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