Manovra, Zingaretti: «Troveremo una sintesi nel governo». Riduzione di plastic tax e sugar tax: le proposte Pd
La sala scelta per la conferenza stampa Dem sulla manovra 2020, che ha «un’anima, mentre il governo ancora no» (copyright del segretario Pd Nicola Zingaretti) è la stessa in cui Matteo Salvini presenterà la contro-manovra della Lega.
La pioggia di emendamenti presentati dai Dem, che secondo il ministro dell’Economia Gualtieri rientrava nella normalità, viene oggi ridimensionata. Il Pd ne ha presentati di più del principale partito di opposizione, la Lega, che si è ‘fermata’ a 905 proposte di modifiche. Ma dopo la conferenza stampa di Zingaretti in Senato si capisce che di questi 921 emendamenti, sono solo una ventina quelli su cui il Pd vuole puntare.
Sulla plastic tax, contestata anche dal governatore dell’Emilia-Romagna Bonaccini, il Pd vorrebbe una riduzione di 20 centesimi al chilogrammo (da 1 euro a 0,80 euro). Così come la sugar tax, che povrebbe scendere dagli attuali 10 euro a 8 euro a ettolitro per i prodotti finiti e da 0,25 a 0,20 euro al chilogrammo per quelli da diluire. Una visione diversa dagli ex-colleghi di partito, visto che Italia Viva vorrebbe eliminare entrambe le tasse.
A Matteo Renzi il segretario del Pd riserva solo una battuta durante la conferenza stampa («Ammazza oh. Ci sono 120 miliardi?»), commentando la proposta del leader di Italia Viva per sbloccare le opere pubbliche in Italia.
Il Pd vorrebbe anche potenziare il fondo di garanzia per l’accesso al credito delle Pmi e aumentare i fondi per la manutenzione di scuole e strade di competenza provinciali (da 100 milioni a 150, sia per il 2020 che per il 2021). Per i neo-papà il congedo parentale obbligatorio potrebbe aumentare da 7 a 10 giorni. Provvedimenti facilmente condivisibili anche per il resto della maggioranza, ma il punto resta come finanziarli.
La battaglia tra i gruppi parlamentari per la sopravvivenza o meno degli emendamenti alla manovra inizierà la prima settimana di dicembre a Palazzo Madama. Poi si passerà alla Camera e si tornerà in Senato a fine dicembre.
L’anno scorso l’approvazione era avvenuta il 30 dicembre, un giorno prima della scadenza. Il governo Conte 2 punta questa volta a chiudere prima, complice anche il giudizio positivo che si aspetta di ricevere dalla commissione Europea. Intanto il presidente del Consiglio Conte continua a instillare ottimismo: «Realizzeremo il più grande taglio di tasse degli ultimi tempi»
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