Nereo Greggio, chi era il padre di Ezio: 3 anni in un campo di concentramento pur di non combattere i partigiani
«Mio padre Nereo ha 93 anni, ma non li dimostra, ha combattuto per il nostro Paese e ha passato tre anni nei campi di concentramento, ha lottato tra la vita e la morte, salvato le persone deboli». Prima del rifiuto della cittadinanza onoraria offerta dal comune di Biella, Ezio Greggio aveva già parlato del padre.
Nereo è scomparso nel gennaio del 2018. Due anni dopo quella dichiarazione del conduttore di Striscia la notizia. Era stato soldato in Grecia durante la seconda guerra mondiale e si era rifiutato di tornare in Italia per combattere contro i partigiani. Questa decisione gli costò la reclusione in un campo di concentramento in Germania, per tre anni.
«Basta raccontare la sua storia per trasmettere ai miei figli i valori della nostra famiglia. I miei mi hanno sempre spronato a fare quello che volevo e ci sono riuscito». I suoi spettatori lo conoscevano già da tempo. Greggio era solito chiudere ogni puntata di Striscia salutandolo, con un «Ciao Nereus». Lo stesso saluto con cui Gerry Scotti e Michelle Hunziker gli rivolsero il giorno della sua morte, in una puntata chiusa senza stacchetti delle Veline.
Di lui Greggio aveva detto anche: «Il leit motiv della mia gioventù sono stati i racconti di mio padre Nereo. Potrei realizzare dieci film sulle sue narrazioni». Magari non per dieci film, ma per uno il comico ha sicuramente ha tratto ispirazione dai suoi racconti: Il papà di Giovanna, di Pupi Avati. L’unica pellicola in cui Greggio ha interpretato un ruolo drammatico: un commissario della polizia fascista.
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