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E così per la seconda volta il voto su Rousseau ha dato una mano decisiva a Salvini…

21 Novembre 2019 - 21:19 OPEN
Era, quella di non presentarsi, la linea di tutto il gruppo dirigente "governativo", a cominciare da Luigi Di Maio. E non solo per evitare una brutta figura ...

Il commento sfugge di bocca a un dirigente dei 5 Stelle. Quelli che gli stanno intorno sorridono amaro. «Come l’anno scorso con la Diciotti, quando Salvini ha bisogno, arriva puntuale l’aiuto decisivo del nostro referendum su Rousseau…».

Il riferimento è a quell’inequivocabile 70% “sì-no” con cui gli iscritti al M5s hanno sepolto la proposta di non presentare liste alle Regionali del 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria, pudicamente presentata come «pausa elettorale per preparare gli stati generali del Movimento».

Era, quella di non presentarsi, la linea di tutto il gruppo dirigente “governativo”, a cominciare da Luigi Di Maio. Per evitare una brutta figura (si parla di un rischio 5% in Emilia) e, soprattutto, di ggiungere al danno la beffa di essere oltretutto decisivi nel sottrarre voti al candidato del centrosinistra e far vincere l’ormai odiato Salvini.

Già, perché – come ha confermato a denti stretti lo stesso Di Maio nella nota Facebook in cui dava conto del risultato – il M5s individuerà propri candidati governatori in tutte e due le Regioni. «Rischia in effetti di essere decisivo per far perdere il Pd», ha detto il numero uno di Youtrend, Lorenzo Pregliasco, consultato al volo da Open.

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