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Ex Ilva, giallo sui bonifici di ArcelorMittal per i fornitori. Le aziende dell’indotto frenano: «Non ci ha ancora pagati»

21 Novembre 2019 - 10:32 Redazione
La compagnia franco-indiana aveva assicurato di aver pagato per intero tutti i fornitori strategici e al 70% i fornitori di autotrasportato. Va avanti il presidio iniziato lunedì

«Non è stato ancora risolto nulla. Le aziende sono ancora sul piazzale e, allo stato, non hanno ricevuto un centesimo». La denuncia arriva da fonti di Confindustria Taranto e fa capire che le proteste delle aziende dell’indotto di ArcelorMittal, la compagnia franco-indiana che sta tentando la rescissione del contratto dell’ex Ilva, sono destinate ad andare avanti.

Il presidio fuori dalle porte dell’impianto siderurgico cominciato lunedì non è stato “neutralizzato” dalle promesse di pagamento da parte dell’azienda. I sindacati metalmeccanici sono stati più volte convocati nello stabilimento ma per il momento – in assenza di pagamenti soddisfacenti – le portinerie rimangono bloccate.

Il mancato pagamento

Questo perché l’azienda aveva detto, in un incontro avvenuto con i sindacati, che erano iniziati i pagamenti, ribadendo mercoledì 20 novembre di aver pagato per intero tutti i fornitori strategici e al 70% i 163 fornitori di autotrasportato.

«Avevano assicurato – riferiscono le stesse fonti di Confindustria riportate dall’Ansa- che erano state pagate alcune aziende strategiche e invece queste aziende non hanno avuto alcun bonifico, ieri hanno parlato di una platea più ampia ma al momento non risulta nulla».

La conferma arriva da Giacinto Fallone, presidente della categoria Autotrasporto di Casartigiani, che ha spiegato che i problemi riguardano anche le modalità del pagamento.

«Abbiamo ricevuto una proposta che non soddisfa tutti i partecipanti rispetto alle percentuali sul monte fatture, alle modalità temporali di emissioni bonifici, a criteri e tempistica di emissione, alla scelta di chi pagare prima e chi dopo, alle garanzie per i saldi delle posizioni e alle determinazioni future che non ci rendono tranquilli», ha dichiarato Fallone.

«Stiamo redigendo un nostro documento da discutere con ArcelorMittal», ha spiegato sempre Fallone, aggiungendo che «il presidio proseguirà fino a quando non ci riterremo soddisfatti del presente e garantiti per il futuro».

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