Sardine, occhio al falso evento di Milano. Santori: «Fate affidamento sulla pagina ufficiale»
Il movimento delle sardine è diventato nazionale: non è più solo una questione dell’Emilia rossa, persino all’estero se ne parla. A Dublino stanno provando a organizzare un flash mob nel cuore della capitale irlandese. Ma sull’onda della popolarità, qualcuno sta cercando di cavalcare il successo delle sardine. O peggio, sabotarlo: è il caso della pagina Facebook Venezia raccolta fondi allagamento. Creata il 17 novembre, con soli 6 mi piace, chi c’è dietro ha pensato bene di lanciare un evento 6.000 sardine contro Salvini.
La segnalazione ci arriva da Fabio Cavallo, della Rete antifascista italiana che sta collaborando all’organizzazione del flash mob ufficiale delle sardine a Milano, in programma il 1 dicembre dalle 17:00 alle 19:00 in Piazza Mercanti. Il nome dell’evento, quello vero, è Le sardine a passo Duomo. «Il timore – racconta a Open – è che qualcuno voglia delegittimare il movimento delle sardine. C’è il rischio che qualcuno si presenti in piazza Duomo il 21 dicembre – la data dell’evento fake – e non trovi nessuno». Un rischio che, proprio per la popolarità raggiunta dalle sardine, riguarda quasi 15mila persone, considerando chi ha dichiarato la partecipazione o l’interesse all’evento della pagina Venezia raccolta fondi allagamento.
Per questo è nata la necessità di un’organizzazione nazionale delle decine di flash mob che andranno in scena nelle prossime settimane. «Noi cerchiamo di verificare che gli organizzatori locali rispettino i valori del messaggio lanciato dalla piazza di Bologna il 14 novembre – spiega a Open Mattia Santori, l’ideatore delle prime sardine che, a Bologna, hanno stupito l’Italia -. Di solito c’è sempre comunità di intenti, l’unica avvertenza che diamo è di essere il più inclusivi possibile».
A scanso di equivoci, ribadiamo che l’evento ufficiale a Milano è fissato in data 1 dicembre: «Siamo entrati in contatto con gli organizzatori de “Le sardine a passo Duomo” e l’abbiamo calendarizzato nella pagina ufficiale», continua Santori. L’iter è questo: i gruppi locali entrano in contatto con la pagina Facebook 6.000 sardine e, verificate alcune condizioni come quella di non marchiare sotto il simbolo di un partito la manifestazione, gli organizzatori di Bologna danno il via libera al flash mob. «Essendo un fenomeno molto genuino, abbiamo bisogno di una pagina ufficiale per assicurare una linea: ci arrivano varie segnalazioni secondo cui su alcune piattaforme hanno provato a intromettersi i partiti. Ma sono tanti i rischi che si rovini il messaggio originale delle 6.000 sardine bolognesi», spiega Santori. Ma ci tiene a precisare: «La piazza è comunque politica: poiché questi flash mob hanno uno scopo sociale, è ovvio che in quel momento la manifestazione diventa anche politica. Altrettanto ovvio è che ci possano essere persone che fanno parte di qualche partito, la partecipazione civica può partire da tutti. L’importante è preservare il messaggio della piazza bolognese: basta odio, basta populismo».
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