Tasse comunali, così i sindaci potranno pignorare i conti di chi non paga: la regola nella legge di Bilancio
Da gennaio 2020 i sindaci potranno riscuotere le tasse non pagate quasi come già oggi può fare l’Agenzia delle Entrate. Con un solo atto – anziché due, come funziona attualmente – i primi cittadini potranno pignorare i conti correnti nel caso in cui il cittadino non paga le tasse sulla casa come Imu e Tasi, oppure sulla spazzatura come la Tari. Fuori per ora le multe stradali.
Così recita l’articolo 96 della legge di Bilancio – “Riforma della riscossione degli enti locali” – attualmente all’esame in Senato. La manovra dovrebbe arrivare in aula il 3 dicembre, ma a partire da oggi i partiti dovranno presentare una lista degli emendamenti considerati prioritari alla Commissione bilancio.
Tempi più ristretti
La riscossione delle tasse dovrebbe quindi accorciarsi da anni ad appena 9 mesi. Entro tre mesi dalla notifica dei mancati pagamenti, i Comuni potranno attivare le procedure. A partire da gennaio saranno accorciati anche i termini per presentare i ricorsi: da 4 a 2 mesi per i crediti fiscali inferiori a mille euro.
Cambiano anche le modalità di segnalazione: per tutti i crediti inferiori ai 10 mila euro, gli enti locali dovranno inviare un sollecito di pagamento al contribuente mentre non ci sarà nessun avviso se il credito è superiore ai 10 mila euro.
Ipotesi multe stradali
La norma per il momento non si applica anche alle multe stradali ma non è escluso che lo possa essere in futuro. Come scrive Repubblica, l’Anca – l’associazione dei Comuni – punta a riscuotere le multe che rimangono fuori dalle casse cittadine, pari a circa un miliardo di euro. Una parte non indifferente del totale se si tiene conto che, secondo il ministero dell’Economia, ci sono circa 19 miliardi di tasse non ancora riscossi dagli enti locali.
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