“Dopo tutto un’opera d’arte non si realizza con le idee, ma con le mani”
Pablo Picasso
Nella calzoleria di via Porta Brennone, 4, domina un bel verde scuro alla vista, un buon cuoio all’olfatto e Giuseppe su tutto. Si è accolti consapevoli di essere nel regno di un altro – un universo di macchine da cucire (almeno quattro), forme di scarpe e pece trasparenti (Prodotti Emme, «la migliore»), e specialmente utensili: forbici, trincetti, metri, righelli, matite, coltelli a mezzaluna e dritti, tenaglie, levasemenze, inchiodatacchi e pinze.
Giuseppe è padrone e utilizzatore sapiente di tutto. Nell’arco della giornata si muove dal tavolo di lavoro ai clienti, possedendo tutti gli angoli della sua bottega almeno una volta. Riceve persone e scarpe di tutti i tipi, e su tutte interviene con la stessa meticolosità e attenzione.
Quello che è più evidente, nel lavoro di Giuseppe, è la dedizione con la quale l’ha voluto: a partire dal diploma nel 2013 in design e architettura d’interni al liceo artistico, al corso di pelletteria alla Scuola d’Arte e Mestieri di Vicenza, per finire con l’apprendistato nella sua Reggio, col maestro Rossano Chiari, nella bottega che un giorno porterà il suo nome – perché nel settembre 2017, a 24 anni, Giuseppe Magnani rivela la calzoleria di Chiari, in via Porta Brennone 4: nasce la Calzoleria Magnani.
Giuseppe non ha seguito le di nessuno – la sua storia non è fatta di trasmissioni generazionali, ma di scelte, disegni razionali portati nella realtà attraverso e grazie al cuoio. Per una testa come la sua, il momento più intenso e significativo della professione non può che essere la creazione della scarpa su misura: è una proporzione quotidiana degli sforzi che ha messo nel costruire il suo mestiere; dall’idea, dalla matita sulla carta, Giuseppe arriva alla calzatura finita, passando per ogni strumento e ogni risorsa della bottega. E dopo averla venduta, perdendone finalmente la proprietà assoluta, gli capita di incontrarla nuovamente, indossata e vissuta, per le strade di Reggio: «un momento bellissimo».
L’universo della calzoleria, però, non è impermeabile. Ci entra la città di Reggio, nella forma di chi preferisce riparare gli oggetti invece di gettarli; tante persone, giovani e anziane, di provenienza e genere diversi, a suggerire che il mestiere di Giuseppe è ben lontano dall’estinzione. Nella calzoleria di via Porta Brennone 4 entra, specialmente, tutto il resto della vita di Giuseppe: i genitori, gli amici, qualche vecchio insegnante; e poi Francesca con Bianca, la loro figlia, di meno di un anno.
Quando Giuseppe sveste i panni del calzolaio per fare il padre, lo fa con la stessa naturale devozione la quale affronta il suo lavoro; all’intensità, però, si sostituisce una equivalente dolcezza. A pranzo a casa sua, con la sua famiglia, con il sole nella sala da pranzo, tra assaggi e spiegazioni di ciccioli ed erbazzone, il suo percorso, e l’impegno costato a realizzarlo, si svela ancora più preciso, ancora più lineare – legittimo.
Il lavoro di Giuseppe è stato messo in musica da Godblesscomputers, artista, dj e producer di base a Bologna e di formazione berlinese. Esordisce in Germania con l’album The Last Swan e il seguito Swanism, per FRESH YO! LABEL. Rientra in Italia ma non perde i contatti con la scena tedesca: il suo primo vinile, Fredoom is O.K., esce con l’etichetta berlinese Equinox Records, mentre Godblesscomputers diventa un nome di casa al Robot e al Club to Club.
La sua traccia 02, Leather, è disponibile in free download e per l’ascolto su Bandcamp. L’utilizzo del brano è libero, con la condivisione della fonte: www.open.online.
- Autore: Henry Albert
- Producer: Francesca Simili
- Regia: Gianvito Cofano
- Fotografia: Niccolò Natali