La resa dei conti nel M5s, siluro di Morra contro Di Maio: «Il voto su Rousseau dimostra che l’uomo solo al comando scoppia»
La prima bordata esplicita contro Luigi Di Maio il giorno dopo il voto su Rousseau arriva dal senatore M5s Nicola Morra. La netta volontà degli attivisti emersa dalla votazione contraria alla linea indicata dai vertici del Movimento, secondo Morra è il segnale che Di Maio non può più mantenere a sé i tanti ruoli che ricopre, tra incarichi politici e istituzionali: «Il voto di ieri su Rousseau dimostra che l’uomo solo al comando scoppia – ha detto a 24Mattino su Radio24 – c’è la necessità di gestire il Movimento in maniera più collegiale e plurale».
Secondo Morra, considerato uno degli “ortodossi” nel M5s assieme a Roberto Fico, non ci sono spiragli per aprire una trattativa con il Pd alle prossime Regionali di fine gennaio 2020. Anzi, proprio il voto di ieri, 21 novembre, su Rousseau ha ribadito che la base grillina chiede un ritorno alle origini: «Noi i voti li rispettiamo ma Emilia Romagna e Calabria sono realtà diverse. Le mele non si associano alle pere e per questo io ho deciso di non votare. Dobbiamo difendere la nostra identità, perché dovremmo sostenere Bonaccini? La richiesta degli attivisti è un’altra».
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