Omicidio Sacchi, il sospetto della famiglia: «Luca ucciso perché aveva scoperto qualcosa»
Hanno ucciso Luca Sacchi, accanendosi su di lui, colpendolo diverse volte con una mazza e poi finendolo con un colpo di revolver alla nuca perché «poteva avere scoperto qualcosa e per questo è stato ammazzato».
Sono queste le ipotesi dei legali della famiglia del ragazzo, Armida Decina e Paolo Salice, il personal trainer di 24 anni morto circa un mese fa davanti al pub John Cabot, all’Appio Latino, dopo che Valerio Del Grosso e Paolo Pirino – due ragazzi di San Basilio – gli hanno sparato.
Le dichiarazioni sono state fatte ieri, 21 novembre, mentre i due avvocati accompagnavano il padre del giovane, Alfonso, negli studi di Porta a Porta.
Come spiegato dal Messaggero, una teoria di questo tipo avvalorerebbe la tesi secondo cui, quella nei confronti di Luca, sia stata un’esecuzione in piena regola.
A rafforzare questa ipotesi, ci sarebbe una discussione antecedente la sparatoria, avvenuta in una strada poco distante dal parco della Caffarella, anche se, come ammesso dai difensori, le immagini di sorveglianza delle telecamere che si trovano lì, nei paraggi, «non sono state acquisite».
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