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Chi è il prof di estrema destra che ha minacciato i suoi studenti: «Se vi becco fra le Sardine il 6 lo vedrete col binocolo»

23 Novembre 2019 - 14:38 Alessandro Parodi
A loro il prof ha promesso di «rendere la vita un inferno» perché «di idioti in classe non ne voglio». Sul suo blog, l'elogio della bacchetta «sulle mani degli alunni», il manifesto «Sono razzista e me ne vanto» e la raccolta dei video fascisti

«Andrò ai flash mob delle Sardine per vedere se becco qualche mio studente…poi piangerà di avere un prof che lo rimanda e gli farà vedere un 6 con il binocolo». Queste le parole choc che Giancarlo Talamini Bisi, docente di italiano e latino in un liceo di Fiorenzuola, ha indirizzato con tanto di minaccia ai suoi studenti in un commento a un post su Facebook.

Da qualche ora il profilo del professore è stato rimosso e non è più visibile ma sono diverse le frasi documentabili dirette contro i suoi allievi intenzionati a partecipare alla manifestazione delle Sardine prevista a Fiorenzula per domenica 24 novembre. A loro il prof Talamini Bisi ha promesso di «rendere la vita un inferno». Usa frasi lapidarie, come: «Di idioti in classe non ne voglio».

Il profilo del docente era politicamente e decisamente orientato. E forse è proprio per questo che ha deciso di rimuovere ogni traccia. In testa alla sua bacheca campeggiava un «Liberiamo l’Emilia-Romagna», slogan di Matteo Salvini per la campagna delle prossime regionali. I commenti offensivi e minacciosi erano disseminati sotto ai post che annunciano la manifestazione di domenica prossima delle Sardine prevista in piazza Taverna.

Il curriculum

Talamini Bisi ha anche un suo blog personale. Classe 1965, docente di storia, italiano e latino nei licei dal 1993, nella sua biografia si ritrovano diversi saggi, sia a carattere politico (L’Europa di domani), sia a tema sportivo (Quasi quasi andiamo a correre e Metodologia didattica per l’insegnamento di materie letterarie nel liceo sportivo). Il docente vanta inoltre «212 interventi su tematiche politiche, sportive e scolastiche» su testate locali e nazionali, oltre a un curriculum da podista e da ciclista.

L’aula e i metodi «di una volta»

Nella sezione “Pensieri” si trovano particolari interessanti sulle idee di Talamini Bisi. Il un post intitolato Rivoglio l’aula e i metodi di una volta, il professore si lancia in un elogio de «l’immancabile righello o bacchetta che, all’occorrenza, poteva avere un uso diverso sulle mani degli alunni» e della lavagna d’ardesia che «essendo posizionata obliquamente rispetto all’angolo della stanza, delimitava uno spazio chiamato “dei castighi”».

In un altro post, dal titolo “Genitori fuori dalla porta”, Talamini Bisi si scaglia contro il parent involvement, cioè il coinvolgimento dei genitori nelle attività scolastica dei figli. Per il docente è il tempo di finirla «con questi organi collegiali. Preside e docente bastano e avanzano come ai tempi di zio Benito». Talamini Bisi chiosa augurandosi un ritorno «alle origini», cioè «alla scuola gentiliana e ai figli della Lupa».

«Sono razzista e me ne vanto»

Un’altra pagina è dedicata alla condivisione di un “manifesto” dall’eloquente intestazione «Sono razzista e me ne vanto» che traccia le ragioni e i luoghi comuni in base ai quali, secondo Talamini Bisi, verrebbe mossa l’accusa di razzismo: amare il cibo italiano, il Duomo di Milano, Dante, Giotto e Leonardo, Totò, Eduardo e A. Sordi. «Do rispetto solo a chi rispetta me, il mio Paese, le mie tradizioni, la mia cultura, la mia fede, le mie consuetudini», si legge nel manifesto.

La raccolta di video fascisti

Nella sezione del sito linkata ai video Youtube, una raccolta di canzoni fasciste come Inno al Balilla, Giovinezza, Bombe e carezze col pugnal, Me ne frego, oltre a un eloquentissimo “Predappio, duemila fascisti sulla tomba del Duce”. Non mancano gli inni della Lega Nord Padania, oltre a quello quello “nazionale” veneto e lombardo.

Le reazioni

Le parole del docente hanno scatenato un putiferio, tanto che la sottosegretaria all’Istruzione Lucia Azzolina (M5S) è voluta intervenire per condannare la vicenda: «Violenza verbale, intolleranza, minacce non possono e non debbono appartenere a chi svolge la professione docente – ha dichiarato Azzolina – Va contro ogni etica dell’insegnamento. Le migliaia di giovani in piazza ci chiedono esattamente l’opposto: ascolto, tolleranza, inclusione, competenza ed un linguaggio non ispirato all’odio sociale. Abbiamo il dovere di accogliere il loro appello».

«Ci segnalano il caso di questo insegnante che avrebbe minacciato i suoi alunni di bocciatura in caso di partecipazione alle proteste delle sardine- ha continuato la sottosegretaria – Se l’episodio fosse confermato sarebbe gravissimo. Chiederemo un approfondimento. Intanto domando a Salvini: non era lui che diceva che i docenti non devono fare “politica” in classe? Cosa dice, oggi, davanti a questo caso?», conclude Azzolina.

Dello stesso tenore le parole della viceministra all’istruzione Anna Ascani che con un tweet denuncia le minacce del prof. «Grave il comportamento di Giancarlo Talamini Bisi – scrive Ascani – un insegnante che offende e minaccia gli studenti che vorrebbero partecipare alle piazze delle #sardine. Mi attiverò affinché si prendano provvedimenti. Nessuno può essere discriminato per le proprie idee, tantomeno nella #scuola».

La dirigenza dell’istituto scolastico in cui insegna Talamini Bisi, si legge in una nota, «preso atto della notizia che si sta diffondendo sui social riguardo le affermazioni di un proprio docente, comunica di aver già informato del fatto gli organi superiori dell’amministrazione scolastica al fine di adottare le misure opportune. Si sottolinea l’estraneità della scuola dalle affermazioni del docente in questione».

Anche Mattia Santori, una delle quattro Sardine bolognesi che hanno lanciato il movimento, ha commentato la vicenda: «Posto che non sarà una minaccia a fermare questa ondata di partecipazione civica – spiega Santori – riteniamo che sia la dimostrazione del fatto che la democrazia è un concetto molto meno scontato di quanto si pensi in Italia. E auspichiamo che chi di dovere prenda provvedimenti in merito».

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