Higuain ne fa due in 8 minuti, poi Dybala: Atalanta-Juve 1-3, ma quante polemiche nel finale!
E’ una doppietta di Higuain in 8 minuti (73′ e 81′) a salvare una brutta Juve sul campo di una bella e arrabbiata Atalanta. La Dea sbaglia anche un rigore con Barrow nel primo tempo (16′), poi passa nella ripresa con un colpo di testa di Gosens (56′). La Juve è nel pallone, ma sbuca il solito Higuain. Sul secondo gol, quello decisivo per la vittoria, l’assist è di Cuadrado che, però, aveva toccato qualche secondo prima la palla con le mani nella sua metà campo. Polemiche in quantità. La Juve, che triplica nel recupero con Dybala, è prima con quattro punti sull’Inter, l’Atalanta scivola al sesto posto.
Atalanta versione City
Si possono incrociare due tipi di Atalanta: una media (quella che veniva da due punti nelle ultime tre partite), l’altra modalità anti-City nella gara di ritorno di Champions. La Juve trova la seconda, e il primo tempo è un grosso guaio per gli uomini di Sarri, orfani di Ronaldo e del gioco. Non basta come alibi l’assenza di Cr7: la Dea è sguarnita davanti, senza Zapata e Ilicic. Ma attacca e in 25 minuti fa tremare la Juve. Gomez, riportato avanti, fa impazzire Cuadrado, Pjanic fatica a trovare palloni giocabili. Dybala, che fa coppia con Higuain, è nervoso. E nel primo tempo incide poco.
Succede così che Barrow si permette di stampare sulla traversa un calcio di rigore (mani di Khedira), Szczesny toglie dalla porta un colpo di testa di Pasalic e De Sciglio si immola su un tiro a botta sicura di Hateboer. Al redde rationem del primo tempo l’Atalanta può solo applaudirsi e recriminare per quanto sprecato. La Juve, che perde presto Bernardeschi (dentro Ramsey) e soffre moltissimo dal lato di Cuadrado (finora il più prezioso in stagione), s’interroga su difficoltà in gran parte inaspettate. Come è inaspettato che il migliore nella traballante difesa bianconera sia De Ligt, che sbroglia più di una situazione incandescente nella sua area.
Rivincita Barrow, gol Gosens
L’Atalanta domina anche l’avvio della ripresa, quando Barrow, choccato dall’errore dal dischetto, si riprende fiducia e giocata vincente: al 55′ è suo il cross sul quale si avventa Gosens, bruciando Cuadrado per il meritatissimo 1-0 della Dea (quarto centro per il centrocampista). Sarri, in confusione, non riesce a rimediare alle scorribande nerazzurre sulla destra difensiva della Juve. E neanche il passaggio al 4-2-3-1, con Douglas Costa dentro al posto di Bentancur, cambia molto. La Juve guadagna metri, c’è qualche vampata di Dybala. Ma la Juve non tira mai.
Ribaltone Pipita e polemiche
Poi, però, spunta sempre lui: Gonzalo Higuain, il più continuo da inizio stagione. E’ lui, a 15′ dalla fine, a impattare anche se in maniera fortuita grazie a una deviazione di Toloi. Sono 3 in campionato per l’argentino: l’unico davvero insostituibile in questo momento. Alla fine c’è spazio anche per le solite polemiche: Rocchi va a vedere la Var per un mani largo di Emre Can in area di rigore: per l’arbitro è corpo, poi mano. Niente rigore. Ma il grosso deve ancora arrivare: all’81’ Cuadrado tocca un pallone in fase difensiva con la mano. Il contatto è netto, Rocchi fa proseguire e poco dopo lo stesso colombiano offre a Higuain la palla dell’1-2. La Dea è inferocita. E al 92′ becca in contropiede il terzo gol ospite: una gemma di Dybala, che converge e la stringe sul primo palo. La Juve allunga in vetta, per ora a più 4 sull’Inter.