La nostra Vittoria ce l’ha fatta: il Coni le consegna il Collare d’oro al merito sportivo – L’intervista
Vittoria Bussi è la detentrice mondiale del Record dell’ora: la prima donna nella storia ad aver superato i 48 chilometri in 60 minuti. Salita in bici dopo la morte del padre, a 25 anni, abbandona il lavoro di ricercatrice a Oxford e inizia a pedalare per raggiungere le Olimpiadi di Tokyo 2020. Va forte, Vittoria, e, praticamente da sola, si allena nella particolare disciplina che la porta al velodromo di Aguascalientes, in Messico. È il 13 settembre 2018 e la ciclista romana riesce a coprire la distanza di 48 chilometri e 7 metri. Il record è suo: l’ultimo italiano a detenerlo fu la leggenda Francesco Moser, nel 1984.
Nonostante il record, Vittoria non riesce a trovare una squadra per allenarsi e proseguire la carriera da professionista. La sua impresa è passata in secondo piano, sia per l’età della ciclista, di certo non una giovane promessa – aveva 31 anni quando è diventata primatista mondiale – sia per il particolare percorso che non le ha permesso di crescere e formarsi sotto l’egida della Federazione ciclistica italiana. Open allora ha deciso di adottarla, dandole un contributo economico per prepararsi nella specialità della Cronometro, disciplina olimpica, e spingerla a inseguire il sogno di Tokyo 2020.
«Malgrado l’impresa di Aguascalientes, io resto una sconosciuta – ha spiegato a Open -. Il mondo del ciclismo che conta non si è ancora accorto di me. Per giunta ho già 31 anni e la mia carriera è iniziata molto tardi. Devo pedalare, e ho bisogno di un sostegno economico che mi consenta di allenarmi al meglio. Devo pedalare forte perché adesso le Olimpiadi sono il mio sogno e non posso più rimandare».
La convocazione
Con il contributo del nostro giornale, Vittoria può permettersi un piano di allenamenti oneroso. Il suo talento, una mano in termini economici e di visibilità, la grinta di una donna che sa di dover correre contro il tempo – oggi ha 32 anni -, le permettono di compiere il salto nel mondo professionistico: il Ct della Nazionale femminile Dino Savoldi la convoca al Mondiale in Regno Unito, per correre nella Cronometro individuale.
L’incidente
Le pedalate verso le Olimpiadi proseguono, nonostante l’incidente che coinvolge Vittoria lo scorso 22 novembre: si sta allenando a Moncalieri, in provincia di Torino, quando un’auto la travolge in piazza Caduti per la Libertà. La ciclista viene ricoverata all’ospedale Santa Croce: si sospetta una frattura alla clavicola sinistra. «Ho fatto la risonanza – racconta Vittoria a Open, dall’ospedale -, lunedì avremo gli esiti per capire se c’è un interessamento dei legamenti. Sulla base dei risultati, modificheremo il piano di allenamenti». I medici le confermano che potrà tornare presto in sella: nessuna frattura alla clavicola come si sospettava. Ma è stata solo fortuna.
«Che io sappia esiste una legge per cui il ciclista andrebbe sorpassato a un metro e mezzo di distanza, ma non la segue nessuno. In Spagna, in Francia, ho notato che c’è molto più rispetto per i ciclisti. In Italia, oltre all’atteggiamento sconsiderato degli autisti, c’è anche una mancanza di controllo da parte delle forze dell’ordine. Non è da Paese civile, in Italia si consuma una carneficina verso le due ruote – e racconta la dinamica dell’incidente -. Non so come l’autista non mi abbia potuta vedere: io andavo dritta, lei era al mio fianco e a un certo punto ha svoltato a destra e mi ha colpito la ruota posteriore della bici».
Il Collare d’oro al merito sportivo
E proprio durante il ricovero ospedaliero arriva una bellissima notizia per Vittoria e per noi di Open che abbiamo deciso di sostenere la sua carriera: il prossimo 16 dicembre, il Coni le conferirà il Collare d’oro al merito sportivo. È la massima onorificenza del Comitato olimpico nazionale italiano e gli atleti possono riceverlo una sola volta nella vita. L’ultimo ciclista a ricevere il collare d’oro è stato, nel 2017, Vincenzo Nibali, vincitore del Giro d’Italia dell’anno precedente. «Dopo l’articolo di Open – racconta la ciclista -, Giovanni Malagò ci ha contattati. Lì è iniziato un percorso di conoscenza con il Coni che culmina con questo premio».
Ma l’obiettivo di Vittoria resta l’Olimpiade di Tokyo 2020: «Con il comitato olimpico, tutto procede per il meglio. Mi hanno assegnato un allenatore personale per migliorare in alcuni aspetti che non ho mai curato. La convocazione olimpica? È presto per parlarne, ora bisogna allenarsi: le selezioni inizieranno a primavera inoltrata. Non si saprà nulla prima – ma Vittoria è fiduciosa -. La sensazione dopo il Mondiale è che ci sia un buon margine di miglioramento: si può intervenire sui miei punti deboli, causati dal fatto che, prima di quest’anno, mi sono allenata quasi da sola».
A Vittoria vanno i complimenti per questo riconoscimento, con l’augurio di una pronta guarigione e con la convinzione che le Olimpiadi sono vicine: manca davvero poco al traguardo, Vittoria, e Open pedala con te.