Cile, trovata morta una fotografa freelance: i suoi scatti avevano immortalato le proteste
Non è un altro caso come quello dell’attivista El Mimo. Prima di tutto perché Daniela Carrasco, diventata un simbolo delle proteste in Cile, potrebbe davvero essere morta per suicidio e non a causa della sua partecipazione alle proteste contro il presidente Sebastián Piñera. E ciò possiamo dirlo basandoci sulle dichiarazioni rilasciate dalla famiglia e dalle fonti ufficiali. L’autopsia non ha riscontrato segni di violenza e Carrasco avrebbe anche lasciato una lettera di addio, notizia confermata dai genitori.
La storia di Albertina Martínez Burgos, invece, va raccontata partendo dal fascicolo della procura di Santiago del Cile: è stata aperta un’inchiesta per presunto omicidio. A differenza de El Mimo, nel suo caso ci sono evidentemente delle tracce che portano all’ipotesi dell’assassinio. Se avvenuto per cause politiche, però, questo è tutto da verificare.
Martínez Burgos era una fotografa freelance, divenuta celebre in Cile per i suoi scatti durante le proteste. È stata trovata morta nella propria abitazione a Santiago del Cile: il cadavere della donna, 38 anni, è stato trovato nell’appartamento con macchie di sangue sparse ovunque. Il corpo è stato ritrovato la notte del 21 novembre, ma la morte risalirebbe ad almeno 24 ore prima.
Indiscrezioni che arrivano dalla stampa locale raccontano di un appartamento messo a soqquadro: le sarebbero stati rubati il computer e la strumentazione fotografica con la quale svolgeva il suo lavoro di racconto delle proteste.
I sospetti che portano nella direzione dell’omicidio per le sue posizioni politiche sono nati quando gli agenti hanno rilevato che, oltre ad alcuni oggetti di valore, dall’appartamento di Martínez Burgos era sparito anche tutto il materiale fotografico delle ultime manifestazioni.
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