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Conte rassicura sulla tenuta del governo. E sul M5s: «Io leader? Non è una mia velleità»

24 Novembre 2019 - 10:12 Redazione
Il premier si accoda a Di Maio per la stesura di un nuovo contratto programmatico e invita le forze politiche a rimanere concentrate

Giuseppe Conte frena su una caduta del governo a gennaio. L’esecutivo traballa? Per il premier non ci sono pericoli. «Le discussioni infinite sulla tenuta della maggioranza non le trovo appassionanti. Peraltro nella mia posizione non posso permettermi distrazioni. Devo rimanere concentrato sulle molte iniziative che servono per migliorare il Paese e la qualità di vita dei cittadini», dice Giuseppe Conte a Repubblica. «E infatti invito tutte le forze politiche e i protagonisti di questo impegno di governo a rimanere concentrati».

In casa 5 stelle, superata la bufera, Di Maio ha rilanciato un nuovo contratto di governo su cui Conte si allinea: «Non appena la manovra sarà in dirittura finale, dovremo concentrarci sulle nuove iniziative da realizzare», dice il premier che sottolinea quanto già fatto da questa maggioranza: «Il taglio del cuneo fiscale, l’abolizione del super-ticket, asili nido gratis per i redditi medio-bassi, più investimenti green, più soldi nelle tasche delle famiglie. Puniremo più severamente i grandi evasori».

«Leader del Movimento? Non è una mia velleità»

E se non ci sono rischi in vista per la tenuta dell’esecutivo, Conte spinge per un rinnovamento anche del Movimento dopo il voto su Rousseau: «Auguro a Luigi Di Maio e al Movimento intero di realizzarli nel migliore dei modi e quanto prima, così da poter ancora di più esprimere una capacità progettuale e un contributo propulsivo». Un Movimento che potrebbe avere proprio il presidente del consiglio come nuovo leader? «Non mi sono mai candidato a questo ruolo. Non nutro alcuna aspirazione o velleità di questo tipo».

Sulla legge di bilancio, e una manovra definita da qualcuno «senza slancio», Conte si difende e attacca la Lega: «Questa estate l’azzardo leghista ha rischiato di precipitare il Paese in una grave crisi economica, mentre adesso dopo poche settimane siamo in una prospettiva molto più confortante. Abbiamo evitato una vera e propria stangata sui consumi degli italiani e una grave recessione».

Ilva: «Mittal disponibile a tornare sui suoi passi»

Nel frattempo rimane aperta sul tavolo la vicenda legata all’ex Ilva su cui Conte rassicura che «il signor Mittal mi ha dichiarato di essere disponibile a tornare sui suoi passi e a investire nello stabilimento. Mi ha detto che è rimasto molto colpito dalla mia visita a Taranto. Gli ho detto che sono pronto a credergli ma a patto di realizzare tre obiettivi: rafforzare il piano di risanamento ambientale, indirizzare lo stabilimento verso la transizione energetica introducendo le più sofisticate tecnologie “pulite”, assicurare il più elevato livello di occupazione possibile».

Ma resta da chiarire il nodo sui 5 mila esuberi: «Ho rispedito al mittente la loro richiesta di taglio». Rimane invece critica la questione dello scudo penale su cui Conte glissa: «Non ne abbiamo parlato. Sarà l’ultima questione. La affronteremo alla fine».

Alitalia e Mes

Ma oltre ad ArcelorMittal sul tavolo del governo rimane aperto anche il dossier del salvataggio di Alitalia: «Abbiamo estremo bisogno di una compagnia che rafforzi il nostro sistema di trasporto intermodale, che si presti a migliorare le nostre performance nel campo del turismo. Abbiamo già un quadro di investitori affidabili, lo completeremo a breve».

Al governo si litiga invece sul Mes: «I dossier vanno studiati e per ottenere risultati vantaggiosi per il nostro Paese dobbiamo sederci ai tavoli europei e far valere le nostre argomentazioni». E se Salvini sia o meno un rischio per l’Italia il premier commenta: «Io sono molto concreto e non mi lascio distrarre dalla grancassa mediatica di chi intende la politica come una scarica continua di messaggi comunicativi.

Per quanto riguarda invece il movimento delle sardine: «Racconta la voglia di partecipazione e di condivisione politica di tanti giovani, che vogliono ascoltare, ma anche farsi ascoltare. Non bisogna mai avere paura delle nuove idee».

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