Di Maio, appello ai suoi: «La compattezza del Movimento determina la compattezza di un governo»
«Noi adesso siamo al governo, e io lo dico al M5s: la compattezza del Movimento determina la compattezza di un governo». Luigi Di Maio commenta la crisi e i tormenti (rientrati?) degli ultimi giorni intervistato stasera su La7 da Massimo Giletti a Non è L’Arena. «Se avessi dovuto guardare ai sondaggi avrei detto andiamocene all’opposizione ma se sono entrato in quest’esperienza è per fare le leggi come quelle che servono alle famiglie giovani», aggiunge il capo politico del M5S e ministro degli Esteri.
I rapporti con il fondatore Beppe Grillo? «Quel video era indirizzato più ai giornalisti che fanno gossip politico che al Movimento. Io e Grillo ci vediamo poco ma ci sentiamo tanto. Sono ormai mesi e mesi che vediamo sui giornali ‘Grillo contro Di Maio’, a un certo punto quando ci vediamo diciamo ‘ci siamo rotti le scatole, facciamo un video insieme e dimostriamo che non è così’», dice il leader grillino.
«C’è un grande chiacchiericcio su temi inesistenti», aggiunge Di Maio. «Sembrava che Grillo fosse venuto a Roma per incontrare me. In realtà aveva un appuntamento con l’ambasciatore cinese a Roma, assicura Di Maio. Come sempre, come ci sentiamo ogni settimana, abbiamo deciso di prenderci un caffè. Io e Grillo non abbiamo mai litigato».
Come cambia il Movimento
«Veniamo da una storia in cui non ne potevamo più delle segrete stanze in cui i partiti decidevano tutto», dice il ministro degli Esteri commentando il voto su Rousseau e l’esito per le regionali in Emilia Romagna. «La rivoluzione che stiamo provando a fare è quella di coinvolgere gli iscritti nelle decisione e fare in modo che con una democrazia più partecipata non ci siano più gli onorevoli boriosi. È un modello diverso di movimento, siamo gli unici a poterlo fare in Italia e la nostra piattaforma è studiata in tutto il mondo. Pure se fossero settemila persone sono sempre più di tre in una stanza», sottolinea.
I rapporti con i dem
Il termine contratto non piace al Pd? «Guardi io non mi formalizzo sul nome ma voglio fare in modo che gli italiani sappiano da gennaio cosa vogliamo fare e quando», dice Luigi Di Maio commentando la proposta, arrivata ieri da lui e Grillo, su un contratto di governo con i dem.
«Su alcuni punti importanti non ci aspettavamo che andassimo d’amore e d’accordo con il Pd» e Renzi, aggiunge. «La prescrizione e la riforma della giustizia sono temi a noi cari, spero che si raggiunga un accordo con il Pd entro il primo gennaio per ridurre i tempi della giustizia. Sono certo di non rivedere lo stesso film di quest’estate quando la Lega ci ha bloccato questa riforma, sarebbe veramente incredibile», sottolinea.
… E con gli ex alleati
«Io, Salvini e Conte stavamo nello stesso governo quando si è affrontato questo tema nel Consiglio europeo e quando si è affrontato la Lega lo sa che noi abbiamo rinviato quella decisione perché quella riforma così fatta non ci stava bene», aggiunge parlando della riforme del Mes. «Se salva gli Stati a noi va bene, se li stritola non ci va bene. La Lega è disonesta intellettualmente ad attaccarci su una cosa che sa bene, è solo propaganda».
E i rapporti con Salvini? «No, nessuna telefonata. Quando si rompe il rapporto di lealtà, è difficile mantenere un’amicizia».
In copertina il capo politico del M5S e ministro degli Esteri Luigi Di Maio ospite in collegamento a ‘Non è l’arena’ su LA7, Roma, 24 novembre 2019. ANSA /LA7
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