«Mai più»: Papa Francesco a Hiroshima contro la bomba atomica. «Immorale» anche il solo possesso dell’arma
Papa Francesco durante la sua visita in Giappone a Hiroshima lancia il suo grido contro le armi nucleari. Il pontefice si è scagliato non solo contro l’uso delle armi atomiche nel luogo simbolo, insieme a Nagasaki, della tragedia nucleare, ma anche contro «il possesso» dell’atomica, da lui considerato «immorale».
«Con convinzione desidero ribadire che l’uso dell’energia atomica per fini di guerra è, oggi più che mai, un crimine – ha detto Francesco – non solo contro l’uomo e la sua dignità, ma contro ogni possibilità di futuro nella nostra casa comune. L’uso dell’energia atomica per fini di guerra è immorale. Saremo giudicati per questo. Le nuove generazioni si alzeranno come giudici della nostra disfatta se abbiamo parlato di pace ma non l’abbiamo realizzata con le nostre azioni tra i popoli della terra».
«Non possiamo permettere – ha continuato il Papa – che le attuali e le nuove generazioni perdano la memoria di quanto accaduto, memoria che è garanzia e stimolo per costruire un futuro più giusto e fraterno; ricordo che si diffonde, per risvegliare le coscienze di tutti gli uomini e le donne, specialmente di coloro che oggi svolgono un ruolo speciale per il destino delle nazioni; memoria viva che aiuti a dire di generazione in generazione: mai più!».
Occorre quindi per il Pontefice imparare «dagli insegnamenti della storia»: «Dobbiamo lasciare che le armi cadano dalle nostre mani» perché «quando ci consegniamo alla logica delle armi e ci allontaniamo dall’esercizio del dialogo, ci dimentichiamo tragicamente che le armi, ancor prima di causare vittime e distruzione, hanno la capacità di generare cattivi sogni, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli».
Francesco a Hiroshima, alla presenza di alcuni sopravvissuti della bomba del 6 agosto del 1945, si fa portatore delle voci di chi non viene ascoltato «che guardano con inquietudine e con angoscia le crescenti tensioni che attraversano il nostro tempo, le inaccettabili disuguaglianze e ingiustizie che minacciano la convivenza umana, la grave incapacità di aver cura della nostra casa comune, il ricorso continuo e spasmodico alle armi, come se queste potessero garantire un futuro di pace».
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