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Sondaggio Ipsos, gli italiani divisi sullo ius soli e per il 56% «ci sono altre priorità»

24 Novembre 2019 - 08:40 Redazione
Secondo l'ultima rilevazione Ipsos, più dello ius soli convince lo ius culturae: il 53% è favorevole

Oggi, nel nostro Paese, diventare cittadini italiani è una vera corsa a ostacoli: lungaggini burocratiche e vincoli stringenti rendono difficile il percorso per quelle persone che, nonostante siano nate qui in Italia o ci vivano da anni, non hanno ancora ottenuto la cittadinanza. Un tema, quello della riforma della cittadinanza, che divide non solo gli esponenti politici, ma anche gli italiani. Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos, diffuso dal Corriere della Sera, mentre il 48% è favorevole allo ius soli, il 47% si dice contrario. Convince di più lo ius culturae: il 53% è d’accordo. Ma il 56% pensa anche che ci siano «altre priorità», dando così ragione a Di Maio. E al 56% piace la legge sulla cittadinanza che c’è già.

Ius sangunis, ius soli e ius culturae: le differenze

Ius sanguinis e ius soli. Partiamo da due espressioni latine per capire cos’è effettivamente la cittadinanza italiana. Lo ius soli è l’istituto che garantisce la cittadinanza a chiunque sia nato su quel territorio. Gli Stati Uniti e quasi tutti i Paesi del continente americano hanno adottato lo ius soli nei loro ordinamenti. Ma non è il caso dell’Italia. Nel nostro Stato e nella maggior parte dell’Europa si applica lo ius sanguinis, vale a dire il diritto di acquisire la stessa cittadinanza dei genitori, a prescindere dal luogo dove si nasce. Di più recente formulazione, ma poco diffuso nel mondo, è lo ius culturae: il diritto all’ottenimento della cittadinanza sulla base del percorso di studi e formazione nel Paese dove si risiede.

Il sondaggio Ipsos

Nella rilevazione fatta da Ipsos, il dato che emerge è proprio la popolarità crescente dello ius culturae. Il 53% del campione giudica positivamente il diritto all’ottenimento della cittadinanza su base culturale, mentre il 39% si dice contrario. Il tema è tornato caldo dopo che Nicola Zingaretti, segretario del Pd, una settimana fa all’assemblea bolognese del partito ha sollevato la questione. Luigi Di Maio ha definito «uno slogan» la proposta dell’alleato di governo. Il leader del M5s non ne vede l’urgenza e il 56% degli intervistati concorda con lui. Solo un 27% si schiera con Zingaretti. L’argomento “cittadinanza” è influenzato da un clima più disteso: oggi solo il 28% degli italiani ritiene che in Italia ci sia una questione “stranieri” di assoluta rilevanza politica. Un anno fa, era il 45%. In quest’ottica vanno lette le risposte su quale sia il metodo giusto per concederla a cittadini che non nascono da genitori italiani. La normativa vigente, quella dello ius sanguinis con i correttivi della permanenza ininterrotta o del matrimonio, piace dal 56% degli intervistati ed è contestata dal 34%. La possibile introduzione dello ius soli, invece, spacca esattamente in due il campione di Ipsos: il 48% è a favore del dare la cittadinanza italiana a chi nasce sul nostro territorio, il 47% è contrario.

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