Una lunga fila di persone ha accolto Liliana Segre a Genova per la consegna del premio Primo Levi
Sono tanti i capitoli di vita che Primo Levi condivide con la senatrice Liliana Segre. Scrittore, chimico e partigiano, Levi era stato arrestato nel 1943 e portato al campo di concentramento di Auschwitz. Qui rimase fino alla liberazione da parte dell’Armata Rossa. E da questi anni sono nati due libri, due tra i volumi più potenti tra quelli che hanno raccontato l’Olocausto: Se questo è un uomo e I sommersi e salvati.
A lui la città di Genova ha intitolato il premio Primo Levi, istituito nel 1992 per onorare chi ha lavorato per creare un mondo libero da razzismo e intolleranza.
La cerimonia di consegna è avvenuta nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale oggi, domenica 24 novembre. E già dalla mattina una lunga fila di persone ha iniziato a formarsi fuori dalla sala, sperando di entrare per assistere alla cerimonia.
Oltre al premio Primo Levi, a Liliana Segre è stata consegnata anche la cittadinanza onoraria della città di Genova. Il sindaco Marco Bucci ha dichiarato: «Approfitto di questa giornata per chiedere scusa a nome di tutta Genova ai cittadini ebraici della nostra città per quanto successo in passato».
Segre ha poi ricordato una ragazza genovese incontrata durante i giorni di Aushwitz: «Insieme a me sopravvise Luciana, il nostro legame è durato tutta la vita, non sapevo di essere così enormemente legata a lei. Non parlavamo mai del passato, solo di figli e nipoti. Mi hanno detto che in questa sala c’è un suo nipote, mi farebbe piacere vederlo».
La senatrice a vita Liliana Segre durante la presentazione al Senato della proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo e antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, Roma, 24 ottobre 2018. ANSA/Massimo Percossi
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