Violenza sulle donne: l’invisibilità ai raggi X. «Il corpo racconta quello che si tace» – Foto
«La sera che sono finita in ospedale ne ho contate 43. 43 mattonelle. Quando non restavo zitta e rispondevo alle sue offese faceva così, mi prendeva per i capelli e mi sbatteva contro il muro della cucina. Allora io le contavo le mattonelle, per non concentrarmi sul dolore, altrimenti sarei morta. E più non urlavo e più me ne dava».
Sono tante le testimonianze agghiaccianti raccolte sulle pareti della mostra «L’Invisibilità non è un superpotere» organizzata nell’atrio centrale dell’Ospedale San Carlo di Milano. Vicino a queste, le radiografie di donne vittima di violenza raccolte negli anni dal Pronto Soccorso dell’Ospedale milanese.
Un torace trafitto da una lama, polsi e gambe fratturate. «Queste immagini appartengono alle donne che nascondono e mimetizzano la situazione» racconta a Open la dottoressa Maria Grazia Vantadori, organizzatrice della mostra insieme alla fotografa Marzia Bianchi, alla Fondazione Pangea e a Reama, la Rete per l’empowerment e l’Auto mutuo aiuto. «Questa mostra è dedicata a loro, alle donne fantasma che non hanno ancora deciso cosa fare. È un monito: il corpo parla, anche se loro non lo dicono, il corpo racconta le lesioni che stanno vivendo», aggiunge.
Vantadori lavora al Pronto Soccorso dagli anni ’80 e da allora riceve donne vittime di violenza. «Negli anni ’80 e ’90 non si parlava di violenza domestica. Quindi facevo diagnosi ma non sapevo dare risposte specifiche perché non c’era assolutamente nulla di costruito», racconta. Così si è data da fare per mettere in piedi quello che è diventato il Centro Ascolto Soccorso Donna dell’Ospedale San Carlo.
«L’anonimato delle radiografie fa passare il messaggio che un naso rotto può essere ogni naso rotto» e vuole spingere le donne a sbattere la porta, sapendo di non essere sole, spiega la dottoressa.
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