Hong Kong, la governatrice Carrie Lam travolta dall’ondata anti-Cina: «Ascolteremo i cittadini». Pechino frena gli entusiasmi
È una sconfitta pesantissima per il fronte pro-Cina a Hong Kong alle ultime elezioni distrettuali. Un risultato che non ha lasciato margini di interpretazione per la governatrice Carrie La, che ha assicurato di voler rispettare il risultato e di voler ascoltare «con umiltà le opinioni dei cittadini»
La batosta elettorale per la governatrice è pesantissima. Le liste pro-establishment hanno perso più di 240 seggi rispetto al 2015. Quando mancano circa 100 seggi da assegnare, riporta l’Ansa, l’ondata dei candidati democratici ha superato ampiamente la metà dei 452 seggi in palio, stimati in almeno 278.
Il fronte pro-democratico si avvia a controllare 17 consigli distrettuali su 18, secondo il South China Morning Post. I seggi vinti sono 278, mentre il campo pro-Pechino si ferma a quota 42. Gli indipendenti, non supportati dai due schieramenti, si attestano a quota 24.
Da Pechino
«Hong Kong è parte integrante della Cina, a prescindere dal risultato elettorale». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, nel corso di un incontro a Tokyo col premier giapponese Shinzo Abe, all’indomani del risultato elettorale che ha visto i candidati democratici conquistare quasi il 90% dei seggi. «Qualsiasi tentativo di danneggiare il livello di prosperità e stabilità della città, non avrà successo», ha continuato Wang nel primo commento ufficiale di Pechino sull’esito del voto a Hong Kong.
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