Magnate libanese acquista i cimeli di Hitler e li dona a un’associazione ebraica
Si è conclusa con un gesto a sorpresa la controversa asta dei cimeli di Hitler che nei giorni scorsi a Monaco di Baviera aveva suscitato indignazione e proteste, soprattutto da parte della comunità ebraica internazionale.
Abdallah Chatila, un uomo d’affari libanese che vive in Svizzera, ha acquistato numerosi oggetti appartenuti al Führer per un totale di 600mila euro. L’uomo ha deciso di acquistare i cimeli perché non finissero «in mani sbagliate» e li ha donati all’istituzione ebraica Keren Hayesod.
Chatila, che figura nella lista dei 300 uomini più ricchi della Svizzera e ha fatto fortuna con diamanti e proprietà immobiliari a Ginevra, ha dichiarato al settimanale svizzero Le Matin Dimanche: «Il populismo e l’antisemitismo di estrema destra si stanno diffondendo in tutta Europa e nel mondo, non volevo fossero usati da persone con intenzioni disoneste». Per Chatila i cimeli nazisti «dovrebbero essere bruciati», ma «gli storici pensano che debbano essere conservati per la memoria collettiva».
L’iniziativa dell’uomo, nato a Beirut nel 1974 da una famiglia di gioiellieri cristiani, ha commosso il rabbino Menachem Margolin, presidente della associazione dei rabbini europei, che nei giorni scorsi aveva lanciato un appello in extremis per impedire lo svolgimento dell’asta. «Il suo è stato un gesto nobile e commovente. Il nostro apprezzamento verso di lui – ha concluso – non conosce limiti. In un mondo cinico, un vero atto di gentilezza, di generosità e solidarietà».
Lo stesso Margolin aveva dichiarato all’inizio di questo mese che la Germania era «in prima linea in Europa per quanto riguarda il numero di incidenti antisemiti segnalati». Il rabbino si era scagliato contro l’asta, giudicando «sbagliato monetizzare questi oggetti macchiati di sangue, specialmente in Germania».
Chatila ha acquistato, tra gli altri oggetti, un cappello a cilindro indossato da Adolf Hitler per 50mila euro. Il copricapo è stato prodotto da JA Seidl nei primi anni ’30 e fu trovato nella residenza privata di Hitler a Monaco. Nella lista dei cimeli del Terzo Reich una copia del Mein Kampf di proprietà di Hermann Goering , venduta per 130mila euro. «Spero vivamente che oggetti così delicati saranno esposti in un museo dell’Olocausto che farà un uso migliore di chiunque altro», ha auspicato Chatila.
Foto in copertina – ©picture-alliance/dpa/M.Balk
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