No, c’è poco da ridere. Le critiche al post di Taffo sulla violenza contro le donne
Questa volta l’umorismo nero delle pompe funebri Taffo non sembra essere stato apprezzato. In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne l’azienda ha pubblicato un’immagine incorniciata dalla frase «Ci sono due tipi di done». Sotto una bara e un’altra scritta: «Quelle che denunciano».
In molti non hanno gradito l’accostamento. Fra chi ricorda che Taffo «non deve per forza fare ironia su tutto» e chi approfondisce la critica e spiega: «Questa volta avete toppato. Come se fosse colpa della donna se non riesce a denunciare un maltrattamento. È un discorso un po’ più complesso e delicato. Oggi potevate evitare!»
Nel testo che accompagna l’immagine nel post si legge «Purtroppo, troppe volte, anche denunciare non basta. Ogni 72 ore una donna viene malmenata o muore». Alcuni hanno fatto notare all’azienda che «la cosa più vista e che più girerà è il contenuto grafico, che è semplicistico, colpevolizza chi magari già si sente impotente nel non essere in grado di denunciare. Sono certa non ci fosse malafede ma va solo cancellato».
Cioè che ha scatenato l’ira degli utenti è che il messaggio appare come una «implicita colpevolizzazione della donna che non denuncia come se avesse parte della responsabilitá della sua morte». Degli utenti fanno notare anche come in molti casi le donne uccise avessero denunciano, spesso più di una volta.
Taffo ha replicato alle critiche con un successivo tweet in cui si specifica che «il post è un iperbole, è chiaro che esistono anche donne felici e donne che non hanno mai subito violenze. È anche vero che le istituzioni non aiutano, non informano e anche se una donna denuncia poi manca la certezza della pena».
Con un terzo tweet l’azienda difende la propria scelta perché «è lapalissiano che la colpa è di uomini violenti e infami, non serve scriverlo. Non importa se arriva qualche critica, se questo post serve a dare la forza o a far capire anche solamente ad una donna, la situazione in cui versa, noi abbiamo già vinto».
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