Rai, in arrivo le nuove nomine. Il Pd alla conquista del Tg3
Sono le ultime ore per la Rai espressione della maggioranza gialloverde. Giovedì 28 novembre arriverà la lista dei nuovi vertici dell’azienda, secondo i desiderata del Parlamento (ma, da sempre, non indifferenti alle volontà dell’esecutivo). Alla stesura sta lavorando febbrilmente Fabrizio Salini, amministratore delegato Rai e, come accade spesso in questi casi, il compito è delicato.
Sottotraccia, una vera e propria guerra aperta con il centrodestra che non vuole rinunciare totalmente ai suoi alfieri, dopo il cambio di governo, e il Pd che sembra intenzionato ad arretrare nella richiesta della guida di uno dei tre telegiornali, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti elettorali a cominciare, manco a dirlo, dall’Emilia Romagna.
Dal Nazareno si fa capire che il partito non è disposto ad arretrare. Meglio le nomine tradizionali delle super-direzioni di genere, che diverranno attive solo fra qualche mese: troppo tardi per incidere sulle prossime elezioni. Secondo quanto riferisce il quotidiano il Messaggero, i dem hanno le idee chiare: «Va rotto il monocolore leghista in casa Rai e soprattutto nei tiggì. Ben venga l’inizio di un riequilibrio, ma Salini non può cavarsela dandoci solo qualche direzione di rete o altri ruoli».
Nei primi mesi del 2020 partirà infatti la nuova organizzazione orizzontale di Viale Mazzini e saranno costituite le nuove direzioni di genere. Le sezioni (Intrattenimento prime-time, Intrattenimento day-time, Contenuti culturali e educational, Approfondimento, Fiction, Cinema/Serie tv, Documentari, Kids, Nuovi format & digita) saranno guidata da due “coordinatori generi”. Poltrone ambitissime, ma che, come si è visto, potranno essere operative solo fra qualche mese: chissà se con questo governo ancora in carica.
Il Pd perciò teme l’imboscata: «Il reparto giornalistico, dove hanno il Tg2, RaiSport, RaiParlamento, l’intera importantissima TgR e una vagonata di vice-direzioni non può più essere il cortile di casa del centrodestra…».
La quadratura del cerchio sarebbe quella di affidare a Mario Orfeo la direzione del Tg3: un nome che non scatenerebbe le ire dell’opposizione. Orfeo sarebbe gradito anche al solito convitato di pietra: Matteo Renzi. I renziani, dentro e fuori dal Pd, non porrebbero il loro veto all’incarico all’ex direttore generale Rai del biennio 2017-2018.
Spinosa anche la questione del successore di Carlo Freccero alla direzione di RaiDue. Potrebbe arrivare dalla guida della sezione palinsesti Marcello Cinnamea. Alla Lega piacerebbe di più Milo Infante, mentre Fratelli d’Italia vorrebbe Ludovico Di Meo o Giampaolo Rossi. Stefano Collella, dalla direzione di RaiTre potrebbe essere promosso alla prima rete.
Per la direzione editoriale, il ruolo che fu di Carlo Verdelli, in pole ci sarebbe Antonio di Bella, mentre per Rainews sembra favorito Giuseppina Paterniti Martello, attualmente direttrice del Tg3. Al vertice della terza rete potrebbe andare Franco Di Mare (che dovrebbe guidare anche la super-direzione daytime). Ai 5 Stelle piacerebbe Francesco Giorgino come coordinatore degli approfondimenti.
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