Champions, Dybalismo puro: Atletico al tappeto, la Juve vola agli Ottavi da prima
Ci pensa Dybala al 46′ del primo tempo, con un capolavoro su punizione – agevolato da un errore di piazzamento del portiere Oblak – a piegare l’Atletico Madrid e spingere aritmeticamente e con un turno di anticipo la Juventus agli Ottavi di Champions League da prima in classifica. Nella ripresa palo di Bernardeschi. La Juve rischia solo all’ultimo minuto su una imbeccata di Trippier per Morata, che cicca a un centimetro dalla porta (e in posizione dubbia). In precedenza nelle rarissime sbavature c’era stato super De Ligt a scrivere che la serranda bianconera non prevedeva aperture.
Bene anche l’Atalanta, prima vittoria in Champions: 2-0 a Milano contro la Dinamo Zagabria. Segnano Muriel su rigore nel primo tempo, Papu Gomez con un gol meraviglioso a inizio ripresa. La Dea, a una gara dal termine, può ancora centrare il passaggio agli Ottavi, anche se il pari tra City e Shakhtar non agevola.
La popolarissima Rihanna ci ha provato a soffiare la scena e aveva tutte le carte in regola: maglia numero 20, bianconera, e milioni di followers a idolatrarla. Eppure la popstar di origini caraibiche trova l’agguerrita concorrenza di Paulo Dybala, che ha altre doti artistiche. E le mostra tutte nel faccia a faccia con l’Atletico, oscurando con le magie e un gol pazzesco l’atavica diatriba tra Ronaldo, tornato titolare dopo il chiarimento con Sarri, e l’Atletico Madrid, la squadra di Simeone. Quello de ‘Los huevos”.
Niente. Dybala si prende tutto. Parte da seconda punta, qualche metro davanti a Ramsey, qualche metro dietro a Ronaldo: la via di mezzo che esalta la qualità del 10: imprendibile, immarcabile. E Simeone, che pure ha un paio di chances con Saul, deve pagare dazio.
Comanda Paulo
Il Sarrismo e il Cholismo sono scuole di pensiero oscurate nella serata dello Stadium dalla lectio magistralis di Paulo Dybala, che in Europa non si esprimeva a un livello del genere dalla doppietta interna al Barcellona dell’aprile 2017. A farne le spese, a Torino, è un’altra spagnola: castigata una sola volta, ma con gli effetti speciali perché il gol che Dybala spedisce alle spalle di un disattento Oblak al minuto 46 di un primo tempo equilibrato è una joya vera: c’è l’errore del portiere, ma la traiettoria è forte, precisa. Il pallone gira senza perdere potenza e premia l’idea, già di per sé geniale, di provarci quasi dall’altezza del calcio d’angolo.
E pensare che Dybala, giunto al decimo gol su punizione da quando veste bianconero e al settimo stagionale (nessuno in maglia Juve ha segnato più di lui finora), ha fatto saltare per sua scelta ad agosto lo scambio alla pari con Lukaku per la delusione del Manchester United. E la gioia dei tifosi bianconeri, che dall’inizio si erano opposti alla cessione del calciatore, per il quale lo Stadium si alza in piedi ad applaudire quando al 75′ lascia il posto a Higuain.
Dybala, ma anche De Ligt. Perché in un secondo tempo avaro di emozioni, a parte il palo di Bernardeschi (subentrato a Ramsey) e la clamorosa occasione finale sull’asse Trippier-Morata, il difensore olandese disinnesca con una scivolata vecchio stampo un’assistenza geniale di Joao Felix, entrato in una ripresa nella quale l’Atletico si sbilancia al punto di piazzare Saul nel ruolo di terzino. Ma è un tutti all’attacco senza criterio. Senza continuità. La Juve è agli ottavi. Gli spagnoli, ora a -6, devono vincere l’ultima contro la Lokomotiv.