Google licenzia quattro dipendenti: «Stavano provando a creare un sindacato»
La notizia è arrivata via mail, direttamente dalla Alphabet Inc., il conglomerato che contiene e gestisce tutte le creature di Google (motore di ricerca compreso).
I mittenti: Chris Rackow, Royal Hansen e Heather, dal team di Sicurezza e Investigazione Google; l’oggetto: «Securing our data», mettiamo in sicurezza i nostri dati. Ma è il corpo della mail a lasciare di stucco: una comunicazione secca del congedo di quattro dipendenti, accusati di aver violato la privacy dei colleghi tramite «ricerche sistematiche sui materiali e i lavori di altri impiegati».
La mail, il cui testo integrale è stato ottenuto da Bloomberg, esprime solo il punto di vista del management del colosso tecnologico. Per molti dipendenti, il licenziamento dei quattro è dovuto alle loro attività di organizzazione, coordinamento e protesta.
Harassers get millions of dollars but queer activists are getting fired. Organizers are getting fired. This is a clear signal.
— Timnit Gebru (@timnitGebru) November 25, 2019
A cosa sono dovute le tensioni crescenti tra i lavoratori attivisti e i vertici della compagnia, una volta venerata per l’apertura delle sue pratiche aziendali? I motivi sono molti, perlopiù di natura etica: i dipendenti non apprezzano il lavoro dell’azienda con l’esercito, le censure (accettate) del motore di ricerca in Cina, il modo in cui sono state gestite le accuse di molestie sessuali nei confronti di alcuni utenti, i fondi destinati ad associazioni che negano il cambiamento climatico.
Ieri più di 200 dipendenti Google hanno manifestato davanti alla sede di San Francisco. Chiedono politiche più trasparenti e il reintegro di due colleghi licenziati, Rebecca Rivers e Laurence Berland. Secondo la Rivers, i due sono finiti nel mirino per aver contestato apertamente il modo in cui YouTube gestisce il linguaggio di incitamento all’odio, e per aver denunciato la sperimentazione di un servizio cloud con la polizia di frontiera Usa.
I was just informed by @Google that I am being terminated.
— Rebecca Rivers (@Tri_Becca90) November 25, 2019
Secondo molti attivisti, i licenziamenti sono una ritorsione, uno dei tentativi dell’azienda di evitare a tutti i costi la formazione di organizzazioni sindacali. Google avrebbe di recente installato uno strumento di monitoraggio nei browser degli impiegati, e sta pagando i servizi di una società di consulenza specializzata in attività anti-sindacali.
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