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Joy, l’organizzatrice delle sardine a Parma: «Noi burattini della politica? Il materiale per il flash mob l’ho comprato con i soldi guadagnati quest’estate»

26 Novembre 2019 - 19:13 Olga Bibus
La 18enne Joy Temiloluwa ha organizzato la manifestazione di Parma insieme a Martino Bernuzzi e Francesco Martino, entrambi di 17 anni. «Noi giovani dobbiamo agire adesso per non lasciare il nostro futuro nelle mani di chi semina odio e violenza», dice a Open

Joy Temiloluwa ha appena 18 anni, studia al liceo Scientifico, è di origini nigeriane, ma è nata e cresciuta in Italia, «ho la cittadinanza italiana», tiene a precisare. Insieme a due amici – Martino Bernuzzi e Francesco Martino, entrambi 17enni – ha deciso di replicare nella sua città, a Parma, il flash mob delle sardine.

«Abbiamo creato una pagina su Facebook e lanciato l’iniziativa. Eravamo talmente inesperti che all’inizio non abbiamo nemmeno contattato i ragazzi di Bologna per coordinarci con loro, abbiamo chiamato Mattia Santori in un secondo momento e ci ha aiutati molto».

Joy Temiloluwa

Le sardine le hanno ritagliate da cartoni colorati comprati grazie a una colletta tra parenti e amici. «Ho messo pure 50 euro che avevo guadagnato con i lavoretti quest’estate. Lo dico per chi accusa le sardine di essere manovrati dalla politica», racconta a Open.

Perché una ragazza di 18 anni decide di esporsi in prima linea e organizzare un evento simile?

«Perché noi giovani siamo davvero stanchi di una comunicazione politica basata sull’odio. E parlando con gli altri ragazzi ci siamo accorti che questo tipo di pensiero stava finendo per infettare anche noi, la nostra generazione».

Ma perché avete deciso di mobilitarvi proprio adesso?

«Quando abbiamo scoperto il movimento delle sardine, abbiamo capito che era la nostra occasione per fare qualcosa. Non dobbiamo subire la politica, così lasciamo il nostro futuro nelle mani di chi semina odio. Dobbiamo agire ora, poi sarà troppo tardi».

C’erano almeno 10mila persone a Parma ieri, ve lo aspettavate un successo così?

«Assolutamente no, speravamo che venisse qualche centinaio di persone tra compagni e studenti di altre scuole, ma sicuramente non avremmo mai pensato che al nostro invito rispondessero in migliaia».

Cosa rispondete a chi vi accusa di non avere delle idee, di essere soltanto un movimento “contro”?

«Noi scendiamo in piazza per dire che così non ci sta bene, per mostrare in modo pacifico un dissenso. Non siamo noi che dobbiamo avanzare proposte, è un compito che spetta alla politica. Siamo tanti e siamo forti. La politica deve darci le risposte che cerchiamo».

E a chi dice che siete manovrati dalla sinistra?

«Dico che ho messo i soldi che ho guadagnato questa estate per organizzare la manifestazione. Le persone che ci hanno dato una mano lo hanno fatto a titolo gratuito. La manifestazione è stata organizzata fuori dall’orario scolastico proprio per non dare adito a chi ci accusa di essere dei fannulloni o di sfruttare la manifestazione per non andare a scuola. Chi tenta di sminuire questo movimento è in malafede, noi scendiamo in piazza contro l’odio e invece ci rispondono con l’odio».

Perché secondo te è stata oscurata la pagina Facebook del movimento?

«Perché siamo tanti e facciamo paura. I post di Matteo Salvini sono più deboli rispetto a noi che siamo in carne e ossa».

Siete nativi digitali, la generazione di Instagram e Tiktok, ma quanto è importante anche esporsi in prima persona e scendere in piazza?

«Importantissimo. E ieri è stata anche un’occasione per far capire ai politici che non stiamo solo dietro a un telefono, che ci siamo, siamo reali, e siamo il futuro».

Prima di ieri eri mai scesa in piazza?

«Qualche volta con il movimento di Fridays for future. Ma non avevo mai fatto attivismo politico, se posso chiamarlo così. È stata la prima volta cioè che ho partecipato a una manifestazione il cui messaggio era rivolto alla politica».

Cosa vuoi fare da grande?

«Studierò giurisprudenza, mi piacerebbe fare la criminologa».

Ti ci vedi in politica?

«Ancora è troppo presto per dirlo. Così su due piedi no, ma un domani chi lo sa».

Il tuo attivismo finisce con la manifestazione di ieri, o farai altro?

«Se ci saranno altre occasioni perché no. Spero di poter continuare a dare una mano al movimento delle sardine perché credo nella causa e credo che una politica non urlata sia possibile».

Com’è stato svegliarti oggi dopo che più di 10mila persone hanno risposto positivamente al tuo invito?

«Ieri vedere tutte quelle persone è stato bellissimo perché ho capito che non siamo soli, che sono in tanti a condividere il nostro pensiero. Oggi invece mi sono svegliata pensando al compito di latino che avrei dovuto affrontare a scuola».

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