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M5s col Pd vietato dallo Statuto? Non proprio, Lombardi sconfessa Di Maio: «Se c’è un progetto insieme, non c’è niente di male»

26 Novembre 2019 - 11:16 Redazione
Un accordo con il Pd alle prossime regionali, e perché no in futuro anche alla Regione Lazio dove il governatore è proprio il segretario Pd Nicola Zingaretti, secondo Lombardi non deve essere un tabù

Il divieto di un’alleanza tra il Movimento 5 Stelle e il Pd per via dello Statuto non sarebbe poi così rigido, come invece ha sostenuto Luigi Di Maio parlando agli attivisti a Bologna ieri 25 novembre. A mettere in dubbio il no secco del capo politico è Roberta Lombardi, capogruppo al Consiglio regionale del Lazio, che a Circo Massimo su Radio Capital prova a rilanciare l’ipotesi di un accordo per le prossime Regionali in Emilia Romagna e in Calabria.

«Secondo le nostre regole, da statuto non possiamo iscrivere al M5s esponenti di altre forze politiche o di associazioni che abbiano finalità diverse da quelle del Movimento – ha chiarito Lombardi – I regolamenti delle candidature invece vengono portati avanti dal capo politico elezione per elezione, possono cambiare da una regione all’altra».

Insomma un accordo con il Pd alle prossime regionali, e perché no in futuro anche alla Regione Lazio dove il governatore è proprio il segretario Pd Nicola Zingaretti, secondo Lombardi non deve essere un tabù: «Se c’è un progetto insieme, come è successo a livello governativo – aggiunge – non vedo niente di male che si dica, in maniera molto trasparente, questi sono gli impegni che vogliamo prendere insieme, su questo ci misurate e su questo ci corresponsabilizziamo come siamo corresponsabilizzati al governo».

Per la ex capogruppo 5 stelle alla Camera, inoltre, bisognerebbe richiamare in causa gli iscritti alla piattaforma Rousseau: «Con il primo voto si è deciso, con una risposta plebiscitaria, di partecipare alle regionali. Ora bisognerebbe chiedere come partecipiamo, se soli, con il centrosinistra o con il centrodestra» E, in ogni caso, «Emilia Romagna e governo devono essere partite separate. Il governo non cadrà dopo le regionali».

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