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Terremoto, dopo l’Albania tremano anche Bosnia e Grecia. Ingv: «Impossibile prevedere entità scosse future»

26 Novembre 2019 - 12:16 Redazione
Per i sismologi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) «il terremoto avrebbe potuto generare uno tsunami, ma l'allarme è rientrato»

Si tratta di un vero e proprio sciame sismico quello che ha colpito l’Albania e la Bosnia-Erzegovina tra la notte e la mattinata di oggi 26 novembre. La prima scossa, la più forte, di magnitudo 6,4, è stata registrata alle ore 2.45 (ora locale) vicino a Durazzo. Il sisma è stato avvertito in Puglia e Basilicata, ma anche in tutti i Paesi vicini dei Balcani occidentali, in particolare Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia.

Nelle due ore successive ci sono state circa 50 repliche di magnitudo tra 4.2 e 5.4. Attorno alle 8 di mattina una nuova scossa, sempre attorno a magnitudo 5, ha colpito l’Albania: il terremoto è stato rilevato ad una profondità di 10 km con epicentro a circa 22 km da Mamurras. Attorno alle ore nove la ministra della Difesa albanese, Olta Xhacka, ha informato che fino a quell’ora si erano registrate nella zona oltre 100 scosse di assestamento.

Ma alle 5.54 anche in Grecia la terra ha tremato. l’Istituto geofisico americano (Usgs) ha informato che si è trattato di una scossa di magnitudo 4.6. L’epicentro del sisma è stato registrato a 6 km a nordest del villaggio di Ano Kastritsi (centro-sud), nella regione della Grecia Occidentale, con ipocentro a 35 km di profondità.

Dopo la Grecia è stata la Bosnia-Erzegovina a essere colpita. L’evento, con intensità 5,4, è stata registrata alle 10:19: l’epicentro del sisma è stato rilevato a 6 km a sudest di Blagaj – nel sudovest del Paese – e l’ipocentro a 10 km di profondità. Non si sono registrate danni o vittime, mentre in Albania il bilancio parla di almeno tredici morti e centinaia di feriti.

Ingv: «Non sappiamo cosa potrà accadere»

Intanto i sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) chiariscono che non è possibile prevedere l’entità delle future. Le repliche sono state di magnitudo 5.3 e 5.4, «ma non sappiamo nel dettaglio che cosa potrà accadere», ha rilevato il sismologo Salvatore Stramondo. Generato dalla compressione fra la placca africana e quella eurasiatica, «il terremoto avrebbe potuto generare uno tsunami, ma l’allarme è rientrato», ha detto il sismologo Alberto Michelinio, dell’Ingv.

Nella stessa zona colpita oggi dal terremoto erano avvenute due scosse importanti il settembre scorso: la prima di magnitudo 5,8 seguita da una di magnitudo 5,4, ha ricordato Stramondo. «Al momento non ci sono elementi per stabilire se esiste un legame fra l’evento di oggi e quei terremoti», ha osservato Michelini.

Allarme tsunami rientrato

In tutti i casi la zona colpita si trova ai margini fra la placca Africana, che spinge da Sud verso Nord, e quella Eurasiatica, che spinge in senso opposto; si genera in questo modo un movimento di compressione che genera i terremoti. Considerando la magnitudo importante del sisma avvenuto nella notte, era stato diramato l’allerta tsunami. «È stato fatto per le coste albanesi e per quelle greche e italiane poiché l’Ingv è responsabile dell’allerta tsunami nel Mediterraneo», ha detto Stramondo.

Lo tsunami non è avvenuto a causa della profondità del sisma. «Non sappiamo – ha osservato Michelini – se a livello locale possano essere avvenuti fenomeni di lieve entità, compresa fra 5 e 6 centimetri». E’ stata invece molto forte la percezione del terremoto lungo tutta la costa italiana, da Trieste alla Puglia fino alla Campania e la Calabria, come indicano le mappe ottenute sulla base del servizio «Hai sentito il terremoto?» dell’Ingv.

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