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Inchiesta sulla Fondazione Open, Renzi: «La mia villa? Nessuna attinenza». E denuncia l’Espresso per «divulgazione di segreto bancario»

27 Novembre 2019 - 19:57 Redazione
«Quello che sta accadendo in queste ore è molto interessante. Ho parlato in conferenza stampa non per attaccare la magistratura ma per difendere la politica»

Prima la conferenza stampa e, subito dopo, dice, la “velina” sulla casa acquistata a Firenze. «Coincidenze che fanno scorrere un brivido dietro la schiena», dice Matteo Renzi. Ecco perché, annuncia, ha deciso di sporgere denuncia: così da risalire ai responsabili della “velina”. L’inchiesta dell’Espresso sulla casa «non ha niente a che vedere» con la Fondazione Open. «Ho aspettato per rispondere all’Espresso per poter denunciare per divulgazione di segreto bancario, ora il mio avvocato ha provveduto a denunciare l’Espresso: non c’è alcuna attinenza con la vicenda della Fondazione Open ma c’è una scrittura privata», dice Renzi durante una diretta Facebook. Per l’acquisto della casa di Firenze «c’è una scrittura privata», spiega. L’anno scorso «ho ricevuto un importante ritorno economico dalle mie attività, fino a 2018 ho fatto solo politica, 830 mila euro». Quest’anno «saranno più di un milione, sono i miei proventi. Dovendo effettuare un anticipo bancario ho fatto una scrittura privata con un prestito concesso e restituito nel giro di qualche mese, quattro mesi circa». E insiste: «Tutti i miei denari sono pubblici, non c’entra nulla la Fondazione Open».

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Renzi entra nello specifico: «Ho comprato casa a Firenze per 1.300.000 euro e ho venduto la mia casa di Pontassieve per 830.000 euro. Prima che si perfezionasse la vendita – in attesa di avere la disponibilità finanziaria – ho chiesto un prestito nel giugno 2018 a una conoscente, prestito che ho prontamente restituito nel novembre dello stesso anno. Un prestito personale, con sottoscrizione di una scrittura privata: una cosa del tutto legittima e ineccepibile», scrive l’ex premier su Facebook. «Prestito restituito in meno di cinque mesi. Ovviamente tutto tracciato con bonifico. Ho poi acceso un mutuo di 1.000.000 di euro che sto pagando con la mia indennità parlamentare. Per completare le informazioni: grazie ai proventi personali regolarmente registrati ho dichiarato 830.000 euro nel 2018 e dichiarerò oltre 1.000.000 euro nel 2019. Nel 2019 ho pagato per adesso circa mezzo milione di euro di tasse. Questo per rispondere a chi dice che vivo di politica».

L’attacco

«Quello che sta accadendo in queste ore è molto interessante. Ho parlato in conferenza stampa non per attaccare la magistratura ma per difendere la politica. Ho posto una legittima domanda: i magistrati hanno il potere di trasformare le fondazioni in partiti? La risposta è stata la casuale diffusione di una velina su una mia vicenda privata. Coincidenze, si capisce. Se ci pensate bene, scorre un brivido lungo la schiena. Io sono un personaggio pubblico e posso rispondere. Ma vi sembra normale una cosa del genere? Che poteri ha un normale cittadino quando subisce una intrusione nella sua sfera personale così forte? Intanto sporgo denuncia penale per sapere chi ha diffuso questa notizia: sono certo che la procura di Firenze sarà tempestiva nell’indagare sui colpevoli», spiega Renzi in un post su Facebook.

Si indaghi sulle fondazioni e sulle Srl

«Ho visto che l’onorevole Di Maio, ministro degli Affari Esteri e capo politico del Movimento 5 Stelle ha con enfasi richiamato la necessità una commissione parlamentare d’inchiesta su questi temi: io sono favorevole, si indaghi sui partiti, si indaghi sulle fondazioni, si indaghi anche sulle Srl che hanno rapporti con partiti e o movimenti perché se vale questo principio, poi, vale per tutti», aveva detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un punto stampa al termine di un incontro con degli imprenditori a Fontanellato, nel Parmense, intervenendo sulla vicenda della Fondazione Open. «Penso che questo sia molto chiaro e se magari questa Srl prende delle consulenze e delle collaborazioni da società pubbliche e private…è in discussione la possibilità per un partito di finanziarsi: io dico no al finanziamento pubblico e oggi l’inchiesta dice no al finanziamento privato», aggiunge.

Ad ogni modo, ha sottolineato ancora Renzi, «chi decide cosa è un partito e cosa è una fondazione? Il fatto che Open sia stata trasformata da qualcuna in un partito politico è una cosa enorme. Chi mi dice che una Srl non è un partito politico?». «Questa è una ferita al gioco democratico perché noi abbiamo fatto la battaglia per abolire il finanziamento pubblico…», affonda l’ex premier. «Ma poi se chi del tutto legittimamente finanzia una fondazione, che è una fondazione, vede che questa fondazione viene improvvisamente trasformata dalla interpretazione di un magistrato in un partito… Vuol dire che io ho fondato un partito a mia insaputa, mettiamola così», dice.

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