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Eurovision 2020, la ritirata dell’Ungheria: «Troppo gay»

28 Novembre 2019 - 17:26 Maria Pia Mazza
Non è stata fornita alcuna spiegazione ufficiale, ma secondo i media locali l’evento sarebbe poco gradito al governo di Viktor Orbán

L’Ungheria non parteciperà alla 65esima edizione dell’Eurovision Song Contest 2020 a Rotterdam. Non è stata fornita alcuna motivazione ufficiale, ma i media locali sostengono che l’evento sarebbe poco gradito al governo di Viktor Orbán. Come evidenziato dal Guardian, la decisione dell’Ungheria di non partecipare alla manifestazione canora arriva in concomitanza all’aumento della diffusione della retorica omofoba e contro la comunità LGBTQ+ del governo ungherese, a favore invece delle famiglie tradizionali eterosessuali.

Il governo Orbán rigetta le accuse di omofobia

Una retorica che si riflette altresì sui media pubblici dell’Ungheria, strettamente legati al governo. L’emittente di Stato MTVA, controllata dal Governo, in una nota ha specificato che: «Invece di prendere parte all’Eurovision Song Contest nel 2020, sosterremo le preziose produzioni create dai talenti della musica pop ungherese». Il sito ungherese index.hu, citando fonti dei media di Stato, ha riferito che lo show sarebbe ritenuto «troppo gay». Un’affermazione che è stata immediatamente smentita dal governo Orbán e bollata come «notizia falsa».

Decisione politica o della tv di Stato?

La mancata partecipazione all’Eurovision dell’Ungheria è entrata altresì al centro del dibattito politico. La maggioranza del governo Orbán ha negato che si sia trattato di una decisione presa dall’alto, quanto più di una scelta dell’emittente televisiva di Stato. Ma András Bencsik, uno dei volti più noti di punta della dell’emittente pubblica ungherese, ha commentato con entusiasmo la ritirata dell’Ungheria dall’Eurovision, definendo la manifestazione una «flottiglia omosessuale», rafforzando così l’idea che la decisione sia connessa, anche se non ufficialmente, alle politiche discriminatorie del governo della destra di Orbán . «Accolgo con favore la decisione che l’Ungheria non faccia parte della flottiglia omosessuale a cui è stata ridotta questa competizione canora internazionale in cui la distruzione della pubblica decenza avviene tramite travestiti che strillano e donne barbute (Conchita Wurst)», ha dichiarato Bencsik.

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