Milano, Joshua Wong: «Non fidatevi della Cina. Difendete la vostra libertà» – Il video
Doveva essere la serata di Joshua Wong. E così è stato. A inizio novembre l’attivista di Hong Kong si era visto negare il visto per un viaggio in Italia che lo avrebbe portato a Milano per parlare di democrazia. Ma, il no di Pechino non ha fermato il 23enne, già protagonista della protesta degli ombrelli, che è apparso in collegamento video alla fondazione Feltrinelli.
«Cinquemila persone sono state arrestate, donne anche incinte sono state picchiate nelle stazioni di polizia. A Hong Kong siamo ben lontani dalla democrazia», ha detto Wong in diretta da Hong Kong. Lo studente e attivista ha ricordato di essere stato arrestato otto volte e detenuto tre volte in prigione.
«Deluso da Di Maio»
Uno degli attacchi più forti della serata è stato quello rivolto a Luigi di Maio: «Il ministro degli esteri Di Maio mi ha deluso quando ha parlato dei diritti umani a Hong Kong. Ha detto di non voler interferire con i fatti di altri Paesi, ma ha tralasciato le brutalità della polizia», ha detto Wong lanciando anche un monito all’Italia: «A fare attenzione, a non affidarsi troppo al rapporto commerciale con la Cina».
Wong ha criticato anche la presenza di macchine italiane a Hong Kong, e la fornitura da parte di aziende italiane ai veicoli della polizia dell’isola. «Uno stato come l’Italia – ha aggiunto – dovrebbe tenere in considerazione la dignità umana».
Lo sgambetto di Trump alla Cina
E mentre l’attivista ha lanciato un appello ai leader politici internazionali perchè prendano una posizione, una risposta importante è arrivata dagli Stati Uniti. Nella notte Donald Trump ha firmato una legge a sostegno dei manifestanti pro democrazia a Hong Kong.
La legge, approvata all’unanimità dal Senato e con il sostegno di tutti deputati tranne uno la scorsa settimana, impone al dipartimento di Stato americano di certificare, almeno annualmente, che Hong Kong mantenga sufficiente autonomia, tale da giustificare le privilegiate relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
Una legge che ha attirato l’ira di Pechino che ha annunciato contromisure: «Intimiamo agli Usa di non agire arbitrariamente, o altrimenti la Cina dovrà fermamente contrattaccare e gli Stati Uniti dovranno sostenere tutte le relative conseguenze», scrive il ministero degli Esteri cinese in una nota diffusa nella mattina di oggi in cui accusa Washington di «sinistre intenzioni e natura egemonica».
L’appello all’Italia
Una risposta che Wong attende anche dai leader politici italiano a cui ha chiesto di ricordare che «stiamo lottando per una nobile causa». L’obiettivo a breve termine, ha ricordato, è stato raggiunto, ovvero il ritiro della legge sull’estradizione verso la Cina voluto da Pechino, all’origine delle proteste. Ora la richiesta del movimento è duplice: e cioè «avere elezioni veramente libere e punire le brutalità della polizia», che secondo Joshua Wong ha commesso veri e propri «crimini di guerra» perché hanno assaltato «ospedali e università».
«Il governo di Hong Kong non sta usando lo Stato di diritto ma i gas lacrimogeni», ha detto il leader delle proteste studentesche.
«Anche se la libertà in Italia è consolidata, non smettete mai di combattere – ha detto – per difendere uguaglianza, libertà e giustizia, per assicurare un futuro luminoso alle nuove generazioni».
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