Di Battista rompe il lungo silenzio e silura Renzi: «Esiste solo sui giornali, faccia chiarezza sui soldi delle consulenze»
Alessandro Di Battista rompe il silenzio (il suo ultimo post “politico” su Facebook risaliva al 19 settembre, ndr) e, al Fatto Quotidiano, chiede di fare chiarezza sull’inchiesta che ha coinvolto la Fondazione Open.
L’ex premier Matteo Renzi – «uno che esiste solo nelle pagine dei giornali, non nel Paese» – deve chiarire se «ha ricevuto soldi per conferenze o consulenze», cosa che «non sarebbe legale se ci fosse la legge sul conflitto di interessi» che è urgente approvare, dice l’ex parlamentare grillino, proprio alla luce di un caso come l’inchiesta sulla Fondazione Open.
«In una delle ultime interviste pubbliche, da Fabio Fazio, dissi che la corruzione non è più quella delle bustarelle ma si fa con le consulenze», ha detto l’ex parlamentare grillino, «e l’unico modo per smascherarla è appunto una seria legge sul conflitto di interessi. Prima la politica era più forte delle lobby, poi le lobby hanno prevalso e ora i politici si trasformano direttamente in lobbisti».
Di Battista rivendica di aver «criticato l’alleanza con il Pd proprio perchè tanti renziani erano rimasti nel partito»: «Ero molto perplesso su questo governo ma ora mi auguro che faccia le cose e vada avanti, almeno fino all’entrata in vigore del taglio dei parlamentari» ha aggiunto.
Sul tema del Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità), Di Battista afferma di «rispettare il presidente Conte»ma sottolinea che «su questioni dirimenti come il Mes deve essere sovrano il Parlamento. Se io fossi un eletto, voterei contro il Mes: questo accordo così com’è rischia di spalancare le porte alla troika. L’Italia deve alzare la voce».
Per questo motivo ha invitato il M5s ad «alzare il tiro su determinati temi, come la giustizia, il Mes e le fondazioni dei partiti», cosa che «Luigi Di Maio sta facendo e io lo sostengo in questa linea».
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