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Inchiesta Ombre nere, il delirio della “Sergente Hitler” di Padova: «Segre? Lasciamo stare… Ad Auschwitz c’erano le piscine»

29 Novembre 2019 - 11:16 Redazione
«Vabbè, avrò scritto qualcosa di forte. Che sarà mai», ha detto la 48enne coinvolta nell'inchiesta "Ombre nere"

«Sono una fan di Hitler, e allora? Penso che gli ebrei siano la rovina del mondo, è un reato?». Sono le parole di Antonella Pavin, la “sergente di Hitler” coinvolta nell’inchiesta “Ombre Nere” sul Movimento nazionalsocialista dei Lavoratori, attivo dal 2017 al 2018, e sull’organizzazione di un attentato alla sede dell’ANPI di Genova.

Pavin, originaria di Curtarolo, un paesino della provincia padovana, non ha problemi a dichiararsi nazista e antisemita: «Sono le mie idee. Questo è un processo alle idee», dice in un’intervista a Repubblica.

Sul suo ruolo all’interno dell’organizzazione, lei che è tra i fondatori del movimento nazionalsocialita dei lavoratori, ci sono ancora molte cose da chiarire come il suo presunto reclutamento di persone pronte a impugnare le armi: «Assolutamente no. È una montatura, scaricano su di me», si difende Pavin.

E sulle prove ottenute dalla polizia tramite i suoi profili social dice: «Quelle sono le mie idee e non le rinnego. Uno non può avere un’idea politica? Tutti i giorni c’è gente che loda Salvini o Che Guevara».

«Auschwitz? Una fandonia»

Pavin crede che i sionisti comandino il mondo: «Guidano le banche, decidono sulle politiche dell’immigrazione. Sono la rovina dell’umanità. L’Olocausto è una fandonia».

«Lasciamo perdere Liliana Segre – aggiunge Pavin -. Ad Auschwitz c’erano piscina, teatro, cinema. Non è andata come la raccontano».

In casa sembra che convivano diverse idee politiche. «Mio marito vota Salvini», dice Pavin aggiungendo che non ha preferenze elettorali: «CasaPound mi fa schifo, Forza Nuova l’ho abbandonata. Ci sono stata due anni ma non ne voglio più sapere. Però non dico perché».

Sulle bandiere e le magliette con la croce celtica ritrovate in casa la 48enne dice che il marito sapeva tutto ma si è arrabbiato quando la Digos è piombata in casa alle cinque del mattino.

E a chi l’accusa di essere sovversiva Pavin risponde: «Io non ho ucciso nessuno, non ho lanciato bombe. Mi stanno trattando come se fossi Riina ma fare male è un’altra cosa. Vabbè, avrò scritto qualcosa di forte. Che sarà mai».

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