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La villetta «parzialmente abusiva» di Aiello: l’ombra sul neo candidato del M5S in Calabria

29 Novembre 2019 - 12:40 Alessandro Parodi
Al docente è stata più volte notificata la demolizione di un piano giudicato eccedente la cubatura: al provvedimento però, fino ad oggi, non è mai stato dato corso

Il Movimento 5 Stelle ha il suo candidato per le prossime elezioni regionali in Calabria. Dopo la bocciatura arrivata dalla piattaforma Rousseau alla “pausa elettorale” proposta dai vertici pentastellati, il Movimento ha scelto Francesco Aiello. Un’ombra però sembra già oscurare la campagna del docente di Economia all’Università della Calabria.

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Secondo quanto riferisce il quotidiano la Repubblica, Aiello sarebbe proprietario di una villetta dichiarata parzialmente abusiva e, in parte, da abbattere. L’abitazione, che si trova a Carlopoli, in provincia di Catanzaro, non ha ancora subito la demolizione di un piano come stabilito dal Tar e dal Consiglio di Stato, che hanno condannato Aiello.

La vicenda risale alla fine degli anni Ottanta quando la villetta fu costruita dai genitori del docente, ampliando la metratura oltre i volumi previsti. L’abuso fu certificato un anno dopo la costruzione dall’ufficio tecnico del comune locale che certificò la metratura oltre i limiti accompagnato dalle forze dell’ordine: la notifica venne però ignorata dalla famiglia Aiello.

I volumi risultavano più del doppio di quelli dichiarati e la destinazione d’uso non coerente con le autorizzazioni. Gli Aiello un anno e mezzo dopo, continuarono a non dar seguito alle richieste di mettere in regola la villa, anche quando arrivò l’ordinanza di demolizione.

Il comune tornò sulla pratica in sospeso soltanto nel 1999, avviando la procedura per la revoca della concessione edilizia. Gli Aiello reagirono con un ricorso al Tar: nel frattempo attendevano l’esito della richiesta di condono. L’istanza viene però respinta e il Tribunale impose alla famiglia, “graziato” il corpo principale dell’abitazione, di demolire la parte irregolare della villa.

All’ordinanza però fino a oggi non è stato dato seguito. Gli Aiello hanno saldato con il comune gli oneri concessori per corpo principale e primo piano, nel frattempo condonati, ma la parte giudicata abusiva non è mai stata abbattuta. Intanto il Tar ha notificato agli eredi Domenico e Francesco Aiello la demolizione: provvedimento nuovamente appellato dai fratelli e nuovamente confermato dal tribunale. Ma, ancora una volta, il piano in più è rimasto in piedi. E siamo arrivati a oggi: soltanto un anno fa un perito incaricato dal tribunale ha depositato la propria relazione e analizzato il caso. Da allora, però, nulla ancora si è mosso.

La replica di Aiello

«Vengo additato – precisa Aiello – per una casa che non ho realizzato io. Inoltre mi si rimprovera di non averla ancora demolita. Nello specifico non c’è alcun ordine di demolizione da parte della giustizia amministrativa (Tar e Consiglio di Stato), che ha invece stabilito che debba essere il Comune di Carlopoli a scegliere quale provvedimento applicare. Negli anni ‘80 – racconta Aiello – furono i miei genitori a costruire il fabbricato in questione, con una volumetria superiore rispetto a quanto consentito dalle norme. A distanza di quasi 40 anni e proprio quando decido di mettermi a servizio della mia gente e della mia terra, mi viene dunque attribuita una responsabilità che non ho».

«Ai tempi – continua Aiello – un vicino iniziò a produrre esposti per via della volumetria maggiorata, aspetto che mio padre aveva pensato di sanare acquistando, negli anni ’90, un terreno adiacente per asservirlo al fabbricato. Cominciai a occuparmi del caso – sottolinea il candidato governatore dei 5 Stelle – nel 2012. All’epoca mio padre soffriva di Parkinson e io dovetti assisterlo nel suo drammatico declino, successivo alla scomparsa prematura di mio fratello Domenico. Da allora ad oggi, da figlio mi sono trovato mio malgrado davanti a questo problema, che tutti i tecnici interessati avevano suggerito di risolvere utilizzando il terreno comprato da mio padre per asservirlo alla casa esistente».

«Le sentenze della magistratura amministrativa – prosegue ancora Aiello – dicono che è il Comune di Carlopoli a dover indicare la strada alternativa. Nel merito l’ente non si è ancora pronunciato, benché sollecitato dal Tar della Calabria. Sto allora attendendo – sottolinea Aiello – l’ultima parola, che spetta al Comune. Pertanto nel merito ho agito correttamente: non ho imposto nulla, non ho condizionato nessuno e sto pazientemente aspettando di conoscere la decisione per un fatto che non ho commesso io. Ho voluto chiarire questa storia – conclude Aiello – per fermare lo sciacallaggio già partito contro la mia persona e in primo luogo per dovere di coscienza e di trasparenza rispetto all’opinione pubblica e soprattutto ai calabresi. Mi auguro – conclude – che in questa campagna elettorale nessuno ripudi il buon senso e il ragionamento, fondamentali nella vita pubblica e in quella di ciascuno».

Lapidario il commento alla vicenda del capo politico del M5S Luigi Di Maio: «Ho letto come voi la notizia, aspetto chiarimenti».

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