Chiude l’ospedale delle tartarughe a Lampedusa: «Ne abbiamo salvate 5000, aiutateci» – Il video
30 anni di attività, 5.000 tartarughe salvate. Questo è il centro recupero tartarughe di Lampedusa che nelle prossime settimane rischia di chiudere i battenti. Un Natale amaro per Daniela Freggi, biologa che gestisce il centro – con tanto di sala operatoria e ambulatorio – e che sta lottando con tutte le sue forze affinché l’ospedale possa restare sull’isola siciliana e le sue tartarughe «non debbano essere spostate in provincia di Agrigento».
Perché rischia la chiusura
«Ci hanno detto che i nostri locali non hanno l’agibilità e che, dunque, non sono a norma. Tra l’altro nella struttura non abbiamo né corrente elettrica né acqua. Ci arrangiamo con un generatore con delle taniche per l’acqua» ci spiega la biologa. Una sorta di «ospedale da campo in mezzo al deserto» che, invece, si trova su una delle isole più belle del mondo.
«Noi abbiamo provato a trovare un’altra sistemazione qui sull’isola ma non è facile non solo per il cambio di destinazione d’uso dei locali che dovremmo prendere ma anche per i costi di cui dovremmo farci carico per l’affitto. L’attuale amministrazione, intanto, non collabora con noi» ci confida. Una cosa sembra essere quasi certa: prima di Natale quella struttura dovrà essere chiusa.
I costi degli interventi
Daniela Freggi, intanto, precisa che per questa attività non viene retribuita: «Non ci finanzia nessuno. Di mattina faccio l’insegnante e di pomeriggio vengo qui al centro a salvare le tartarughe, per me è una missione, io sono una volontaria. Per fortuna ci sono i donatori privati, che sono molti, e che ci scoprono soprattutto in estate quando vengono a Lampedusa in vacanza. Entrano curiosi ed escono sensibilizzati».
Il costo di un intervento per salvare una tartaruga – spesso con ami e lenze nel corpo o messa a dura prova dalla plastica e dal legname in mare – si aggira «intorno ai 400-600 euro a cui vanno aggiunti i costi dei trasferimenti aerei per i medici che si recano sull’isola a operare». Ad essere operate sono le Caretta caretta, le tartarughe marine più comuni del Mediterraneo che, però, sono a rischio estinzione.
Il video inviato a Open
Nel video inviato a Open, Daniela Freggi ci presenta la piccola Stella, una tartaruga recuperata «con un amo nell’esofago che le ha segato i due omerini privandola delle pinne posteriori»: «Non può procurarsi il cibo da sola, quindi non sappiamo quando e se potrà tornare in mare. Lei è la mascotte di questo ospedale perché rappresenta anche le nostre difficoltà. Noi non ci arrendiamo così come la nostra Stella che sta combattendo per la sua sopravvivenza».
La petizione
Intanto sono quasi 100mila le persone che si stanno mobilitando affinché l’ospedale delle tartarughe marine di Lampedusa non chiuda. È ancora possibile firmare la petizione su Change.org.
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