James Ford è stato celebrato come “eroe di London Bridge”, ma aveva sgozzato una giovane disabile nel 2003
Ieri a London Bridge un gruppo di persone era intervenuto per fermare Usman Khan, l’accoltellatore di Londra abbattuto ieri dalla Polizia, ma solo uno di loro è stato citato dai media definendolo “eroe”. James Ford, questo è il suo nome, è diventato famoso per il fatto di aver sottratto l’arma del delitto oscurando di fatto gli altri “eroi” che hanno rischiato la vita prima dell’intervento delle forze dell’ordine. Tra questi c’erano anche un polacco, quello che nelle riprese sembra tenere in mano un bastone, e infine un rumeno, come riporta Kevin Maguire del Daily Mirror su Twitter:
Non ci sono titoli per Luckasz, lo chef di origine polacche citato nell’articolo di giornale fotografato dal giornalista britannico, sarebbe quantomeno corretto riportare tutti i nomi delle persone che si erano lanciate contro l’accoltellatore dando merito del loro gesto.
Il britannico James Ford, tuttavia, oggi diventerà famoso due volte in quanto anche lui è un assassino, come ha ricordato questa notte la famiglia della sua vittima in un post Facebook:
Share this peeps this man murdered our cousin, he is not a hero he’s a convicted murderer, he should rot in hell and should never have been allowed out,she was murdered in Newtown Ashford.
Jo Champion contesta i media per aver definito “eroe” l’uomo che aveva sottratto l’arma all’accoltellatore di London Bridge. In una nota pubblicata il 27 aprile 2004 dal TheGuardian, leggiamo che un giovane operaio di 27 anni di nome James Ford venne incarcerato per aver ucciso senza motivo una 21enne disabile. Il nome della ragazza era Amanda Champion, cugina di Jo.
Prima di lei era stata la zia di Amanda, Angela Cox, poi intervistata dal DailyMail. Ecco il suo post Facebook:
I dont do facebook anymore but just want everyone to know that james ford that murdered our niece was in london today on day release and was at the incident in london apparently he was very helpful to some people with injuries he is not a hero he us a murderer should never have been let out any where and as far as I’m concerned should never ever walk any streets again
In un articolo del 2004 pubblicato dal sito della BBC leggiamo che il corpo di Amanda era stato ritrovato vicino a casa sua ad Ashford, nel Kent. Erano tre settimane che non si avevano sue notizie e non c’erano indizi o sospetti che potessero portare a un presunto colpevole. A rompere il silenzio era stato un volontario dei Samaritans che, a seguito di 45 telefonate fatte dall’assassino per confessare il suo delitto, decise di denunciarlo per non avere un secondo omicidio sulla sua coscienza.
James Ford, come riporta la BBC, aveva strangolato Amanda Champion con una mossa da Wrestling per poi tagliarle la gola, lasciandola marcire in un campo nei pressi dell’abitazione della ragazza. La mancanza di un movente portò il detective Dean Barnes, della Polizia di Kent, a definirlo un uomo molto pericoloso. James venne poi condannato all’ergastolo nel giorno del 22° compleanno di Amanda Champion.
A riconoscerlo in televisione sarebbe stato un agente di Polizia vicino alla famiglia di Amanda, scatenando la loro indignazione. James Ford si trovava a Londra dopo 15 anni dalla sua condanna, questo perché nel Regno Unito un condannato a vita può ottenere la libertà condizionale proprio dopo 15 anni di reclusione. Il suo gesto a London Bridge è un dato di fatto, ha collaborato per fermare Usman Khan e gli va dato atto, ma nulla può cancellare il suo orribile omicidio nei confronti di Amanda.