La Roma sbanca Verona 1-3: il Napoli precipita a -8 dalla zona Champions
E’ il momento d’oro della Roma, non quello del Napoli. La vittoria nel posticipo dei giallorossi a Verona (1-3) issa la squadra di Paulo Fonseca al quarto posto solitario, piena zona Champions, e ricaccia addirittura a -8 dalla quota Europa dei big il Napoli di Ancelotti, indicato da tutti nel precampionato come più accreditata rivale della Juve nella corsa allo scudetto. E, invece, no.
Alle spalle di Inter e campioni d’Italia ci sono le romane. La Lazio di Immobile e la Roma di tutti. Perché il 3-1 a Verona, firmato da Kluivert, Perotti e Mkhitaryan, arriva su un campo fradicio e al termine di una autentica battaglia che mostra il lato pugnace dei giallorossi. Pellegrini continua a incantare e quando Kluivert si fa male (13esimo infortunio stagionale per la Roma), Perotti entra e segna, glaciale, dal dischetto.
La Roma sa soffrire, come quando il Verona dopo l’1-1 di Faraoni prende il palo e sfiora il ribaltone. Terza vittoria di fila, Fonseca non avrà gradito le troppe amnesie difensiva e la sofferenza patita contro un’Hellas arrembante, ma ha plasmato un gruppo di granito.
Piange Napoli
Chi, invece, il gruppo deve ritrovarlo prima che sia troppo tardi (ammesso che già non lo sia), è Carlo Ancelotti. La sconfitta interna col Bologna cancella il pari d’oro di Liverpool. Il Napoli versione italiana è un disastro, e se lo stesso allenatore dichiara che lunedì sarà necessario un faccia a faccia con la squadra, è evidente che il quadro presenti tinte troppo scure.
Tra multe ai giocatori e disastri in campo, i tifosi del Napoli sono attoniti. Da anni non assistevano a spettacoli in serie così mediocri. Non ha reso il ritorno al 4-3-3, con Callejon per la seconda volta consecutiva in panchina e giocatori fuori ruolo in mezzo al campo (Zielinski vertice basso su tutti).
La Champions, ora, è lontanissima. Otto punti di ritardo e, in mezzo, due squadre come Cagliari e Atalanta tutt’altro che arrendevoli. Per molti è finito un ciclo. Il tempo dirà, ma sta scadendo. E c’è addirittura, e non è un caso isolato, chi vuole le dimissioni di Ancelotti. Che non è certamente l’unico colpevole, ma si ritrova, intanto, a capo di una squadra che in 14 giornate ha accumulato 17 punti di ritardo dall’Inter.
Foto di copertina Ansa