In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERIEgittoGreciaLibiaRecep Tayyip ErdoğanTurchia

Libia-Turchia, accordo ai confini dell’Europa: l’intesa economica e militare tra al-Sarraj ed Erdogan

01 Dicembre 2019 - 06:13 Giada Ferraglioni
Gli accordi, di cui non si conoscono i dettagli, hanno provocato le reazioni negative del parlamento di Tobruk, della Grecia e dell'Egitto

Il Governo di Accordo Nazionale di Tripoli con a capo Fayez al-Sarraj ha firmato un protocollo d’intesa con il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan.

Gli accordi sono stati siglati giovedì 28 novembre a Istanbul, quando una delegazione di Tripoli è volata in Turchia per rimarcare l’alleanza militare ed economica tra la regione libica, che da aprile è in guerra civile contro le forze della Cirenaica di Khalifa Haftar, e il Paese di Erdoğan.

Entrambi i Paesi hanno dato conferma della notizia, ma i dettagli dei memorandum non sono stati resi noti. In una serie di Tweet, il direttore delle comunicazioni della presidenza turca, Fahrettin Altun, aveva dichiarato mercoledì 27 novembre che «l’accordo è una versione più ampia dell’intesa precedente», e che «rafforzerà i legami militari con il governo di Tripoli».

Quello che si sa degli accordi

La Turchia ha parlato sia di un accordo sulla gestione economica delle acque che circondano il confine sud-est dell’Europa (l’istituzione di una ZEE, zona economica esclusiva) sia di un’intesa per ampliare la cooperazione militare per la sicurezza tra le due parti.

Da questo punto di vista, il presidente Erdoğan ha ribadito al ministro dell’Interno libico Fathi Bashaga il sostegno del suo Paese al Governo di Accordo Nazionale di al-Sarraj contro le milizie (anti-islamiste) di Haftar. Bashaga, infatti, è ormai un punto di riferimento importante a Tripoli per la Fratellanza musulmana, e per questo molto vicino a Erdoğan.

Per quanto riguarda il primo punto sulla gestione economica delle acque, non è chiaro quale sia l’area marittima interessata dalla nuova «delimitazione delle giurisdizioni marittime», né dove si incontrerebbero le acque turche e quelle libiche.

Il «no» del Parlamento libico

Il Parlamento libico, però, che al momento della costituzione del Governo Libico (sostenuto dall’Onu) è rimasto a fare base a Tobruk, nella Cirenaica, ha alzato la voce contro gli accordi.

La Camera dei Rappresentanti ha dichiarato incostituzionale la firma dei due memorandum, in quanto non è diritto del Governo di al-Sarraj firmare un’intesa con un Paese straniero senza l’approvazione di tutti gli organi legislativi.

Gli accordi, inoltre, sono «in contrasto con l’accordo politico dal quale è scaturito il Governo di Fayez al-Sarraj». Onu ha infatti stabilito che «la Turchia non può fornire aiuti militari alla Libia».

La condanna di Grecia e Egitto

Data la conformazione geografica dell’area (e geopolitica), l’accordo rischia di creare tensioni con i Paesi limitrofi, come dimostrano le immediate reazioni negative di Grecia e Egitto, Stati che hanno interessi nella zona esclusiva tracciata da Libia e Turchia.

Come ha affermato il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias, qualsiasi siano i dettagli dell’accordo marittimo tra la Libia e la Turchia, questo «ignora qualcosa di ovvio, e cioè che tra questi due Paesi c’è Creta». In una conferenza stampa, Dendias ha affermato che chi l’ha sottoscritto «non ha alcuna conoscenza geografica della regione».

Le tensioni tra Atene e Ankara erano già aumentate a seguito delle trivellazioni che la Turchia ha operato nel Mediterraneo orientale, a largo della contesa isola di Cipro – e in risposta delle quali l’Unione europea ha preparato sanzioni contro Erdoğan.

Anche l’Egitto di Abdel Fattah al-Sisi, che è stato in contrasto con la Turchia da quando l’esercito egiziano ha rovesciato il presidente islamista Mohamed Morsi nel 2013 (morto in carcere il 17 giugno di quest’anno), ha condannato l’accordo definendolo «illegale e non vincolante», oltre che «pregiudicante nei confronti degli interessi e dei diritti di Paesi terzi».

«Un simile tentativo rasenta l’assurdo», ha dichiarato il ministro degli esteri egiziano, ricordando che l’accordo politico del 2017, che di fatto ha legittimato il Governo di Accordo Nazionale di al-Sarraj, ha stabilito che il Governo può concludere accordi internazionali solo se concordati dall’intero organo legislativo, e non solo dal suo Presidente.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti