Malta, migliaia in piazza contro il governo. L’annuncio di Muscat: «Dimissioni il 12 gennaio»
Il premier maltese Joseph Muscat, il cui capo di gabinetto è coinvolto nell’inchiesta sulla morte della giornalista Daphne Caruana Galizia, saltata in aria nel 2017, ha annunciato che si dimetterà il 12 gennaio. «È quello di cui ha bisogno il Paese», ha dichiarato in un discorso televisivo. Oggi migliaia di persone sono scese in piazza per chiedere le dimissioni immediate del primo ministro. «Ho promesso giustizia nel caso di Daphne Caruana Galizia. Ho mantenuto la mia parola, abbiamo tre persone accusate del suo omicidio e anche la presunta mente incriminata», dice Muscat in un discorso alla tv, aggiungendo di aver sempre preso «decisioni nell’interesse del bene comune». E assicurando che «nessuno è al di sopra della legge». Una giornalista «è stata uccisa nel modo più crudele. Gli eventi degli ultimi giorni sono stati straordinari. La rabbia è giustificata e non può mai esserci giustificazione per questo crimine», ha detto Muscat, sottolineando però che «la violenza e il disordine con la scusa di una protesta non sono accettabili». Il quotidiano Times of Malta aveva anticipato che il premier sarebbe rimasto in carica fino a quando non fosse partita la procedura per trovare un nuovo leader del partito laburista anche se inizialmente si era ipotizzato che il premier si sarebbe dimesso l’8 gennaio.
La manifestazione
La manifestazione organizzata dai gruppi Repubblika, Occupy Justice e Manuel Delia, è iniziata a metà pomeriggio di oggi, 1 dicembre. È l’ultima in una serie di cortei che hanno avuto luogo sull’isola dopo l’arresto di Yorgen Fenech, l’imprenditore proprietario del fondo di investimenti “17-Black” su cui indagava Caruana-Galizia, dieci giorni fa. Parlando dopo l’incriminazione del miliardario Yorgen Fenech, la sorella di Daphne Caruana Galizia, Corinne Vella – oggi in piazza alla testa del corteo – è tornata a chiedere a nome di tutta la famiglia le dimissioni immediate del premier maltese Joseph Muscat. «Ora noi ci aspettiamo che il primo ministro lasci l’ufficio ed il parlamento con effetto immediato per permettere una libera e piena indagine sull’assassinio di Daphne», ha dichiarato alla stampa.
Sempre secondo il quotidiano Times of Malta ci sarebbero migliaia di persone in piazza a La Valletta. «Assassini», «mafia», «fuori subito», «Daphne vive ancora», sono alcuni degli slogan usati dai manifestanti che sono stati accolti dagli applausi dei passanti.
Le accuse: Muscat per il momento resiste
Fenech, attualmente sotto custodia della polizia, è stato incriminato per aver concorso nell’omicidio della giornalista. L’imprenditore a sua volta ha accusato il capo di gabinetto del premier Muscat, Keith Schembri, di aver concorso nell’omicidio: un’accusa che fa tremare l’esecutivo maltese e in particolare il premier. Il 30 novembre era trapelata la notizia della dimissioni imminenti dello stesso premier, ma Muscat sembra intenzionato a resistere fino a quando i laburisti maltesi dovrebbero avviare le procedure per scegliere un nuovo capo del partito. In una riunione avvenuta oggi il partito avrebbe confermato la fiducia a Muscat. Anche Chris Cardona, il ministro accusato in una lettera di essere il mandante dell’omicidio della giornalista (considerata da molti un tentativo di sviare l’attenzione degli investigatori) sarebbe stato reinsediato dopo l’autosospensione.
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